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Il presidente della Regione Musumeci inaugura a Caltagirone il museo regionale della ceramica

Il presidente della Regione Musumeci inaugura a Caltagirone il museo regionale della ceramica

Il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci ha inaugurato  ieri, alle 17,15, la sezione Preistoria e Civiltà indigene del Museo regionale della Ceramica, allestita dell’ex convento di Sant’Agostino, la struttura che, a conclusione dei consistenti lavori di ristrutturazione da cui è interessata, è destinata a divenire la nuova, prestigiosa sede dello stesso Museo, che pertanto vi trasferirà tutte le altre collezioni. Con il governatore è intervenuto alla cerimonia l’assessore regionale dei Beni culturali Sebastiano Tusa, il sindaco Gino Ioppolo, il dirigente generale del Dipartimento regionale dei Beni culturali, Sergio Alessandro, il neo direttore del Polo regionale per i siti culturali di Catania, Gioconda La Magna, il già direttore dello stesso Polo Maria Costanza Lentini e il dirigente responsabile dell’Unità operativa 6 direzione del Museo della Ceramica, Giovanni Patti.

L’ex convento di Sant’Agostino, da 30 anni di proprietà della Regione (cui il Comune lo cedette con vincolo di destinazione a sede del Museo), è posto sulla sommità della monumentale Scala di Santa Maria del Monte. Riedificato dopo il terremoto del 1693 su progetto di Natale Bonaiuto, ristrutturato e ampliato alla fine dell’Ottocento, occupa per buona parte lo spazio dell’ormai distrutto Castello di Caltagirone, che, bizantino d’origine, fu rifondato dopo la conquista della città nel 1090 dal conte Ruggero d’Altavilla. Prima convento dei Padri Agostiniani, transitò, a seguito della soppressione postunitaria degli ordini e delle congregazioni religiose, al Comune che, nel 1897, lo concesse alla Diocesi, la quale lo destinò al Pio Istituto “Monsignor Saverio Gerbino” e, infine, all’Oratorio salesiano, rimasto nel cuore di molti calatini che lì frequentarono le scuole primarie e svolsero numerose attività nel segno dello sport e della socializzazione.                         Il primo passo verso il trasferimento completo del Museo regionale della ceramica è rappresentato dall’allocazione della sezione Preistoria e Civiltà indigene, che accoglie, nelle sale del piano terra, reperti di età preistorica, protostorica e arcaica, tutti appartenenti alle collezioni del Museo della Ceramica di Caltagirone. Insieme all’esposizione saranno visitabili lo spazio un tempo della chiesa di Sant’Agostino, con il suo brano di pavimentazione barocca, e la cripta sottostante. Allestita con criteri espositivi moderni e narrativi, la nuova sezione del museo “racconta” la preistoria del Calatino e della stessa Sicilia, dalle origini del popolamento umano, iniziato circa 12.000 anni fa, fino alla scomparsa dei Siculi dopo la sconfitta del capo indigeno Deukétios, nativo di Mineo, nel 450 a.C. Piano scientifico e testi dell’esposizione sono del funzionario archeologo del Polo regionale di Catania, Fabrizio Nicoletti. Patrizia Polizzi, Marie Gabrielle Leonardi, Stefania Parisi e Maria La Monica, tutte dipendenti del Polo, hanno curato le operazioni di catalogazione, trasferimento e allestimento delle opere. Il coordinamento scientifico e tecnico è di Maria Costanza Lentini, allora alla guida del Polo, con la collaborazione del responsabile dell’Unità operativa Progettazione e Sicurezza, Giuseppe Sciacca.

Intanto si avvicina l’inizio dei lavori (8,6 milioni di euro) di completamento funzionale dell’edificio in questione: come emerso dalla recente visita al municipio della soprintendente ai Beni culturali di Catania, Rosalba Panvini, entro il 2018 potrà essere indetta la gara d’appalto.         “Siamo impegnati, in piena sinergia con la Regione, proprietaria dell’immobile – afferma il sindaco Gino Ioppolo – su un doppio versante: il pieno recupero dei luoghi e degli spazi, attraverso il più celere possibile avvio degli interventi, e intanto l’immediata e permanente apertura della parte dell’edificio già utilizzabile. L’inaugurazione di domenica rappresenta, quindi, un momento assai significativo, perché rende possibile la sia pur parziale fruizione pubblica di un complesso capace di assecondare e favorire il decollo culturale e turistico della città”.

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