Piazza Armerina, Barock Festival – Giulio Tampalini e Daniele Fabio: baciamo le mani

Le mura cariche di storia dell’imponente collegio dei Gesuiti, oggi scrigno di sapere custodito dalla biblioteca comunale e dalla sontuosa cornice della mostra permanente del Libro Antico, hanno fatto da eco vibrante a una serata che ha saputo incarnare appieno lo spirito audace e innovativo del Barock Festival. L’atmosfera suggestiva della sala, con la sua bellezza austera e il fascino di un tempo sospeso, non poteva che infondere un’aura di sacralità e ispirazione nei due protagonisti della serata: i maestri Giulio Tampalini e Daniele Fabio, chitarristi di fama internazionale.
Un dialogo musicale attraverso i secoli
Fin dalle prime note, è apparso chiaro come l’ambiente stesso dialogasse con la musica, amplificandone la potenza evocativa. Ma è stata la straordinaria alchimia creata da Tampalini e Fabio a rapire completamente il pubblico. Con una tecnica sopraffina, che pareva danzare leggera sulle corde, i due artisti hanno intessuto un racconto sonoro che ha attraversato secoli e generi con una naturalezza disarmante. Dai delicati ricami dei madrigalisti alle distorsioni iconiche di Jimi Hendrix, ogni passaggio è stato un atto di pura maestria, una dimostrazione di come la musica, nella sua essenza più profonda, non conosca barriere temporali o stilistiche.
Emozioni in musica: un ponte con il pubblico
La loro esecuzione non è stata solo un virtuosismo tecnico, pur di altissimo livello. Ciò che ha realmente conquistato è stata la capacità di costruire un ponte emotivo palpabile con l’ascoltatore. Ogni melodia, ogni armonia, ogni piccola variazione sembrava vibrare di un’intenzione precisa, trasmettendo passione, nostalgia, gioia, energia. Gli sguardi complici tra i due musicisti, l’intesa perfetta delle loro anime musicali, si sono tradotti in un flusso sonoro avvolgente e coinvolgente, capace di toccare le corde più profonde dell’animo.
Un omaggio all’arte senza confini
Al termine di questo viaggio musicale sorprendente e inebriante, non resta che un sussurro riverente: “Baciamo le mani”. Quelle mani sapienti e sensibili che ci hanno regalato uno spettacolo indimenticabile, un’esperienza che ha pienamente incarnato l’intento del Barock Festival di quest’anno: esplorare le affascinanti e fertili contaminazioni tra la nobiltà della musica classica e l’energia dirompente del rock. Una serata che ha dimostrato come la vera arte non conosca confini, ma solo orizzonti da esplorare con coraggio e genio.
Nicola Lo Iacono per StartNews