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Pietraperzia, dipendenti comunali in stato d’agitazione: «Troppi diritti negati»

Pietraperzia, dipendenti comunali in stato d’agitazione: «Troppi diritti negati»

Aria tesa al Comune di Pietraperzia. I dipendenti hanno detto basta e, con il supporto dei sindacati Cisl Fp e Fp Cgil di Enna, hanno proclamato lo stato d’agitazione. Il motivo? Una lunga lista di diritti negati e questioni irrisolte che da troppo tempo attendono una soluzione. «Non si può andare avanti così – spiegano i rappresentanti sindacali Francesco Stranera (Cisl Fp) e Alfredo Schilirò (Fp Cgil) – i lavoratori meritano risposte concrete, non promesse che restano sulla carta».

Ritardi e mancate erogazioni: i punti critici

L’elenco delle problematiche è lungo e pesante. Si parte dalla mancata liquidazione del Fondo efficienza servizi (Fes) per gli anni 2022 e 2023, a cui si aggiunge la totale assenza di una ripartizione per il 2024. Ma non è finita qui: i dipendenti lamentano anche il mancato riconoscimento di istituti contrattuali fondamentali e il blocco delle progressioni economiche sia all’interno delle aree che tra le aree in deroga. E come se non bastasse, dal marzo del 2023 nessun lavoratore ha più ricevuto i buoni pasto. Un quadro che, secondo i sindacati, disegna una gestione amministrativa confusa e poco attenta alle esigenze del personale.

Faccia a faccia con l’Amministrazione: nessuna garanzia

Nell’ultimo incontro tra sindacati e Amministrazione comunale, la situazione non è migliorata. Anzi, le speranze di una rapida soluzione sembrano essersi ulteriormente affievolite. «Abbiamo chiesto certezze, ma ci siamo ritrovati davanti solo incertezze» spiegano Stranera e Schilirò. Il problema, infatti, non riguarda solo i pagamenti arretrati, ma anche una più ampia crisi dell’ente che sembra non trovare una via d’uscita.

La richiesta alla Prefettura: «Serve un tavolo di confronto»

A questo punto, la battaglia si sposta sul piano istituzionale. I sindacati hanno annunciato l’invio di una richiesta alla Prefettura di Enna per l’attivazione di un tavolo di raffreddamento, uno strumento previsto dalla normativa per cercare di sbloccare situazioni di stallo come questa. «Non vogliamo solo risposte, vogliamo azioni concrete» ribadiscono i rappresentanti dei lavoratori. Il tempo delle attese – e delle pazienze esaurite – sembra ormai finito.

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