Piazza Armerina: nuova rete ospedaliera e timori per l’ospedale Chiello. L’amministrazione Cammarata si mobilita
LA NOTA di Nicola Lo Iacono
L’articolo che segue tratta della reazione dell’amministrazione comunale di Piazza Armerina nei confronti dell’ennesimo tentativo di ridurre l’ospedale Chiello a un semplice pronto soccorso, totalmente inadeguato alle esigenze sanitarie del territorio. L’accanimento nei confronti dei piccoli ospedali della nostra provincia non deriva da esigenze legate a una migliore ridistribuzione dei servizi forniti dai vari nosocomi, ma è un tentativo puntuale, ripetuto da quasi due decenni, di accentrare presso l’Umberto I di Enna tutti i reparti più qualificanti per un ospedale. Negli anni abbiamo assistito a tentativi brutali, per fortuna con riforme mai applicate , per svuotare il Chiello, ma anche a tentativi più subdoli di scardinare l’operatività dell’ospedale piazzese smantellando un reparto alla volta, modificando regolamenti e emanando ordini di servizio per rendere sempre meno funzionale la struttura. Se ancora oggi abbiamo un ospedale funzionante, lo si deve alle barriere alzate dall’intera collettività e all’impegno di tutti i politici locali, oltre che a un personale capace, che vi lavora con passione e professionalità, come ho potuto personalmente appurare proprio in questi giorni.
La verità è che la sanità, da una certa politica, è vista come un peso per le casse regionali e, costi quel che costi, bisogna diminuirne il peso all’interno dei bilanci regionali. E quando scrivo “costi quel che costi” mi riferisco, ovviamente, a vite umane, esistenze sacrificate, disagi per i cittadini. La verità è che il diritto alla salute e alle cure mediche in questo Paese non è più tutelato, e i registri contabili in positivo valgono più di migliaia di vite umane. Se avessimo buoni politici e tecnici capaci di scrivere linee guida di un certo livello, per ridurre i costi della sanità non si concentrerebbero sulla riduzione dei servizi nei piccoli ospedali, ma su come eliminare gli sprechi attuali o migliorare le procedure, lasciando inalterata o incrementando l’offerta sanitaria. In ogni caso, la sanità da parte dello Stato va gestita in perdita, perché il valore di ogni vita umana è così alto da giustificare ogni risultato di esercizio.
Piazza Armerina, città di tradizione e turismo, vede a rischio il futuro del suo ospedale, il Michele Chiello. La nuova rete ospedaliera regionale in discussione potrebbe portare a tagli significativi nelle strutture locali, tra cui proprio l’ospedale cittadino. Questo ha spinto l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Nino Cammarata, a mobilitarsi immediatamente, attraverso l’assessore alla Sanità Concetto Arancio, per scongiurare quello che verrebbe percepito come un grave colpo alla salute pubblica locale. Arancio boccia le linee guida in applicazione della riforma previste dall’assessore regionale alla Sanità: “Ancora una volta una ridimensionamento mortificante“
Trasformazione senza chiusura
Il piano regionale non prevede la chiusura delle piccole strutture ospedaliere, ma una loro trasformazione. Questo cambiamento mira a concentrare i servizi su pochi reparti essenziali, con la conseguente riduzione di molti altri, portando una ulteriore perdita di posti letto e specializzazioni. Per Piazza Armerina, ciò rappresenterebbe una limitazione delle capacità dell’ospedale di rispondere adeguatamente alle necessità del territorio.
Una minaccia alla sanità di un centro strategico
Concetto Arancio, assessore alla Sanità, ha chiarito la posizione dell’amministrazione: “La revisione della rete ospedaliera prevista nelle linee guida dell’assessore regionale potrebbe mirare a eliminare reparti ritenuti doppioni, ma penalizzerebbe ancora un volta in modo ingiustificato una struttura importante come quella di Piazza Armerina. Si tratta della seconda città dell’ennese, con un’affluenza turistica annuale di 500 mila visitatori grazie al sito UNESCO della Villa Romana del Casale e il suo imponente è prezioso centro storico”. La popolazione, insieme ai visitatori e agli utenti dell’istituto penitenziario locale, formano un bacino che supera i confini di un comune piccolo, rendendo fondamentale una rete sanitaria ben attrezzata.
Richiesta di un confronto urgente
In risposta alle prospettive di tagli, l’amministrazione comunale si è detta pronta a coordinare una serie di azioni politiche per difendere l’ospedale e i suoi servizi. “Siamo in attesa per la prossima settimana di un incontro a Palermo con la commissione regionale sanità,” ha dichiarato Arancio. “Chiederemo anche un confronto con la dirigenza dell’ASP, per discutere il potenziamento e non la riduzione dei servizi, perché questa comunità non può accettare una ulteriore riduzione della qualità sanitaria.”