Piazza Armerina – Grazie all’emergenza Idrica si scavano i pozzi e si trova acqua in abbondanza. E poi?
Da oltre vent’anni, gli abitanti di Piazza Armerina hanno acquistato l’acqua proveniente dalla diga Ancipa attraverso Siciliacque. Tuttavia, la recente crisi idrica ha portato alla luce una verità sorprendente: il sottosuolo della nostra città è ricco di acqua, tanto che potremmo addirittura essere autosufficienti dal punto di vista idrico. Non sono un esperto, ma la scoperta di un “pozzo importante” annunciata dal sindaco Nino Cammarata e le testimonianze degli anziani, che descrivono Piazza Armerina come una città adagiata su un lago naturale nascosto, sollevano una domanda spontanea: perché continuare a comprare acqua, pagando tariffe tra le più alte d’Italia, quando potremmo essere autosufficienti?
Cosa succederà una volta superata questa crisi? I nuovi pozzi verranno insabbiati e continueremo a pagare a caro prezzo l’acqua ? Si deciderà di regalare l’acqua a Siciliacque, che ce la rivenderà a un prezzo esorbitante? Era già chiaro, alla fine degli anni ’80, che l’acqua sarebbe diventata un business paragonabile al petrolio. Ora, di fronte a questa situazione, è inevitabile una riflessione profonda. Piazza Armerina, più di altre città, ha il diritto di gestire il proprio territorio e le proprie risorse idriche. È necessaria un’azione decisa che ci permetta di riprendere il controllo dei nostri pozzi e della nostra acqua. Se esistono normative che impediscono questa gestione, devono essere cambiate per garantire che i cittadini di Piazza Armerina, qualora si dimostri che sono stati penalizzati, vengano risarciti.
Inoltre la qualità dell’acqua dei nostri pozzi è certamente superiore a quella che otteniamo dalla diga , questo poterebbe portare ad un minore acquisto di acqua minerale imbottigliata. Un business che è nelle mani di grosse aziende e che pone alcune società che operano nella gestione dell’acqua pubblica in un chiaro stato di conflitto d’interessi.
Nicola Lo Iacono