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Parlamento europeo chiede un reddito minimo obbligatorio per tutti gli Stati membri

Parlamento europeo chiede un reddito minimo obbligatorio per tutti gli Stati membri

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede l’introduzione di un reddito minimo, o di cittadinanza, obbligatorio per tutti gli Stati membri dell’Unione europea. La misura dovrebbe essere al di sopra della soglia di “rischio di povertà e di esclusione sociale”, come stabilito dalla Commissione Ue.

La raccomandazione della Commissione suggeriva ai Paesi membri di migliorare i propri regimi di sostegno alla povertà, sia in termini di importo degli assegni che di numero di beneficiari. Tuttavia, l’Eurocamera ha approvato un emendamento presentato dal gruppo dei socialisti, compreso il Pd, che chiede una direttiva ad hoc, rendendo così obbligatoria l’attuazione del reddito minimo e il rispetto dei parametri stabiliti.

Il centrodestra italiano (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) si è opposto all’emendamento, mentre il Terzo Polo si è in gran parte astenuto. Nonostante l’iniziale scetticismo nei confronti del reddito di cittadinanza introdotto dal primo governo Conte, il governo Meloni ha successivamente varato una riforma, portando al Mia (Misura per l’Inclusione Attiva), con un assegno ridotto a 350 euro per gli occupabili e 500 euro per i non occupabili.

Uno dei motivi di tale opposizione potrebbe essere la soglia minima stabilita dalla Commissione europea nella sua raccomandazione, confermata dal Parlamento Ue, per il calcolo dell’ammontare del reddito di cittadinanza. Secondo Strasburgo, i regimi di reddito minimo dovrebbero garantire “un livello adeguato di sostegno che tenga conto della soglia nazionale di rischio di povertà (indicatore AROPE)”.

L’indicatore AROPE corrisponde al “60% del reddito disponibile mediano nazionale equivalente dopo i trasferimenti sociali”. Per l’Italia, tale valore ammonta a circa 10.500 euro all’anno. Se la direttiva proposta dal Parlamento fosse già in vigore, il governo italiano dovrebbe adeguare il Mia a questa soglia minima. L’assegno potrebbe variare da circa 550 euro a 875 euro al mese, a seconda del beneficiario, un importo notevolmente superiore al Mia e in linea con il precedente reddito di cittadinanza.

Questo sviluppo solleva interrogativi sulla posizione del governo italiano riguardo al reddito minimo e su come si conformerà, se necessario, alla direttiva proposta dal Parlamento europeo. Il dibattito sull’efficacia e l’adeguatezza del sostegno alla povertà e all’inclusione sociale è destinato a proseguire, non solo in Italia ma anche negli altri Stati membri dell’Unione europea.

La direttiva proposta dal Parlamento europeo rappresenta un passo importante verso un approccio più armonizzato e coerente per combattere la povertà e l’esclusione sociale in Europa. Tuttavia, la sua attuazione richiederà un ampio consenso tra i governi degli Stati membri e potrebbe incontrare resistenze da parte di coloro che ritengono che l’introduzione di un reddito minimo obbligatorio possa avere ripercussioni negative sull’economia e sul mercato del lavoro.

Nonostante le sfide, il sostegno al reddito minimo obbligatorio da parte del Parlamento europeo riflette un crescente riconoscimento dell’importanza di garantire un tenore di vita dignitoso per tutti i cittadini europei. Inoltre, la misura potrebbe contribuire a ridurre le disuguaglianze tra i Paesi membri e ad assicurare che nessun cittadino sia lasciato indietro nel processo di integrazione europea.

Nei prossimi mesi, la discussione sulla direttiva si sposterà probabilmente al Consiglio dell’Unione europea, dove i ministri degli Stati membri dovranno decidere se adottare o meno la proposta del Parlamento. Sarà interessante vedere come si svilupperanno i negoziati e quali compromessi verranno raggiunti per garantire un equilibrio tra le esigenze di sostegno ai più vulnerabili e la sostenibilità economica a lungo termine.

In conclusione, l’approvazione della risoluzione da parte del Parlamento europeo segna un momento cruciale nel dibattito sul reddito minimo a livello europeo. Sebbene l’esito finale della proposta di direttiva sia ancora incerto, è chiaro che la questione del sostegno adeguato ai cittadini più bisognosi rimarrà al centro dell’agenda politica europea per il futuro prevedibile.

B.L.

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