Aidone. Pronta la sfiducia al sindaco Nuccio Chiarenza?
L’amministrazione comunale di Aidone ha raggiunto pochissimi obiettivi tra quelli individuati dal programma di governo presentato nel 2019 dal sindaco Nuccio Chiarenza. Questa è l’impressione generale che ha la gran parte dei cittadini e anche, a quanto sembra, la maggioranza dei consiglieri comunali che potrebbero votare la sfiducia al Primo Cittadino, con lo scopo di ridare la parola agli elettori. In questi casi il condizionale è d’obbligo, visto che spesso, nonostante le dichiarazioni, prevalgono interessi di altra natura a favore della continuità amministrativa.
Vista da qui sembra che la cittadina di Aidone in questo ultimo decennio abbia vissuto un declino determinato dalla incapacità di esprimere una classe politica all’altezza della situazione, con una conseguente mancanza di progettazione e di cattiva gestione delle istanze provenienti dalla comunità. In queste situazioni di solito è facile che si diffonda una gestione del potere che non coincide con gli interessi della città.
Oggi le opposizioni definiscono “fallimentare” la gestione di Chiarenza ma c’è da dire che le critiche da sole non bastano, servirebbe un progetto di città che sia alternativo a ciò che si giudica inefficiente e inefficace. Il tutto ci sembra si limiti ad una farsa in cui vale la regola “via dalla poltrona che adesso mi siedo io”. Mi domando quando gli aggregati politici inizieranno a parlare non solo dei propri obiettivi ma avranno anche il coraggio di definire tempi e modi senza aver paura di essere criticati per i propri errori e i propri ritardi. Tutti sono pronti a parlare del “cosa”, nessuno è disposto a parlare del “quando” e del “come”.
Se alla fine Chiarenza verrà sfiduciato assisteremo ad una altra farsa in cui nessuno saprà cosa fare per far diventare realtà le promesse fatte in campagna elettorale. Come si cambia questa situazione? Servono anni, forse decenni e soprattutto serve che, da una parte, la gente delle nostre collettività si renda conto che votare qualcuno per motivi differenti dalle capacità che dimostra è solo un errore e dall’altra che i partiti comprendano che le promesse da sole sono come dei piatti prelibati di cui però non si conosce la ricetta per realizzarli e soprattutto non si è capaci a cucinarli.
Nicola Lo Iacono