Enna. Processo per i presunti abusi sessuali di un prete: la vittima sentita per nove ore
L’udienza che vede come imputato Giuseppe Rugolo, il sacerdote della diocesi di Piazza Armerina arrestato il 27 aprile del 2021 con l’accusa di violenza sessuale aggravata a danno di minori, è durata nove ore . Durante il dibattimento giudiziale, durato dalle 12 di ieri fino alle 21 circa, la giovane vittima ha ripercorso tutta la vicenda parlando anche di violenze che sarebbero avvenute all’interno della sagrestia della parrocchia tra il 2009 e il 2013. Numerose le domande relative alla presunta offerta da parte della diocesi di Piazza Armerina, attraverso il vescovo Rosario Gisana, di una somma di denaro per rinunciare all’azione legale. Sull’argomento più volte Gisana, ascoltato durante l’inchiesta come persona informata sui fatti, ha smentito il fatto affermando che una somma di denaro era stata chiesta dalla famiglia. Su tutta la vicenda ci sarebbero comunque delle intercettazioni attualmente in fase di trascrizione che si spera possano chiarire alcuni importanti dettagli che hanno portato all’arresto di Giuseppe Rugolo, oggi sottoposto all’obbligo di permanenza notturna in un convento a Ferrara dove il prete era stato stato trasferito quando si erano fatte insistenti alcune voci che lo indicavano come possibile responsabile delle violenze.
Lo scorso anno però il prelato era tornato in città, officiando a riti religiosi e avrebbe anche preso parte ad attività con bambini e adolescenti, circostanza che avrebbe indotto il ventenne oggetto della presunta violenza a denunciare i fatti alla autorità di polizia. Anche Papa Bergoglio aveva immediatamente chiesto chiarimenti alla Curia di Piazza Armerina.
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