Piazza Armerina – Macchina del fango contro gli impiegati comunali. Ristabiliamo la verità.
IMPIEGATI MASSACRATI
“Ci hanno massacrati con giudizi negativi e offese che pesano ancor di più sapendo che sul lavoro non ci stiamo limitando a fare il nostro dovere ma ci stiamo impegnando volontariamente oltre l’orario per il quale siamo pagati”. Lo sfogo è di una impiegata comunale che, dopo la pubblicazione su Facebook di un post che riguardava gli impiegati comunali del comune di Piazza Armerina, ha dovuto subire, insieme ai suoi colleghi, tutta una serie di offese, così gravi che alla fine l’autore del post è stato costretto a cancellarli per evitare di essere querelato.
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I FRUSTRATI DEL WEB
La fiera dei luoghi comuni che vuole gli impiegati comunali fannulloni e scortesi fa parte di quell’immaginario collettivo che molto spesso conquista soprattutto la mente di soggetti che vivono una vita piena di rancore verso gli altri, che si presentano spesso depressi e violenti e che solo attraverso i social trovano modo di esprimersi, andando ogni sera alla ricerca di qualcuno da massacrare con offese e invettive. Alla fine pare evidente che spesso dicono degli altri quello che segretamente pensano di loro stessi. In Rete li chiamano “odiatori” (haters in inglese) ma credo che più correttamente vadano definiti come “frustrati” (il termine frustrato vuol dire: sconfitto, avvilito o deluso nei confronti di una realtà sentita come insormontabile). Quando leggete commenti o post particolarmente violenti, la prossima volte tenete conto che chi li scrive è possibile che stia attribuendo ad altri i propri difetti, la propria cattiveria e, molto spesso, anche la propria ignoranza. Lo dico agli impiegati comunali ma anche a tutti coloro che si sono visti attaccati solo per avere espresso in maniera civile il proprio punto di vista. Inoltre i post di gettati su Facebook tanto per fare qualche like in più contano poco e non bisogna dargli peso eccessivo.
RISTABILIAMO LA VERITA’
E’ chiaro che tra centinaia di impiegati ci possa essere chi il proprio dovere non lo fa ma, frequentando per ovvi motivi molto da vicino l’ambiente comunale da decenni, devo sottolineare come la maggior parte del personale si impegna, cercando di fare al meglio il proprio lavoro. Disfunzioni ed errori imputabili agli impiegati, in un sistema complesso come la macchina comunale, sono normali ma che ci siano impiegati che la mattina vadano in ufficio e se ne stiano a girare i pollici tutta la giornata lo escludo nella maniera più categorica. Ci sono poi delle situazioni limite, come il caso di quell’impiegata che per anni sembrerebbe sia stata oggetto di mobbing e per questo “condannata” a non fare nulla, ma questa è un’altra storia.
LA PARTICOLARE SITUAZIONE DI PIAZZA
A Piazza Armerina abbiamo una situazione nella quale il personale attualmente disponibile non basta e, a causa anche del default, ad alcuni impiegati sono state ridotte le ore di lavoro. “Lei non sa quante volte mi fermo in ufficio pur avendo tutto il diritto di andarmene a casa – mi dice ancora l’impiegata – lo faccio per senso del dovere e per attaccamento al mio lavoro”. Le credo, perché il suo ufficio funziona e le pratiche non galleggiano sule scrivanie. Sfatiamo dunque il luogo comune degli impiegati comunali sfaccendati ma è giusto sottolineare anche che alcune procedure vanno snellite e che va aumentata la possibilità di usare servizi telematici attraverso il sito del comune che ormai è obsoleto e da anni poco aggiornato.
Nicola Lo Iacono