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Abiti del Palio dei Normanni: la polemica tra Di Carlo (PD) e il sindaco Nino Cammarata. Ma nessuno affronta l’opinione pubblica

Abiti del Palio dei Normanni: la polemica tra Di Carlo (PD) e il sindaco Nino Cammarata. Ma nessuno affronta l’opinione pubblica

Il Palio dei Normanni porta con sé una serie di polemiche che ogni anno precedono e seguono la manifestazione. Il costo e la modalità di acquisto degli abiti di scena, operazione poco trasparente secondo il consigliere comunale Mauro Di Carlo (PD), è l’argomento su cui si è accesa l’ennesima polemica, seguita dalla puntuale risposta del sindaco Cammarata e la controreplica del consigliere Di Carlo. Dal nostro punto di vista l’operazione “acquisto abiti” è la controprova che la mancanza di coinvolgimento degli operatori della comunicazione finisce per rendere poco trasparente e poco intellegibile qualunque operazione. Per quanto questa amministrazione e l’opposizione, si affannino  ad utilizzare canali che ritengono più adatti, in realtà, mancando un raffronto con chi ha il compito di fare domande e cercare di fare chiarezza, si dimostra alla fine solo una certa codardia nell’affrontare l’opinione pubblica ,che non è certo quella rappresentata da Facebook.

Il Consigliere Di carlo accende la polemica pubblicando un video. Il sindaco con lo stesso strumento risponde replicando alle accuse. Subito dopo la controreplica di Di Carlo. A nostro avviso i tre documenti hanno più il sapore di spot pubblicitari che di comunicazioni politiche per fare chiarezza.

LA CONTROREPLICA DEL CONSIGLIERE COMUNALE MAURO DI CARLO

Ho visto il video che il Sindaco ha postato in replica alle mie considerazioni sull’acquisto degli abiti del Palio.
E, ancora una volta, mi convinco che questo Sindaco creda che questo sia un paese di fessi, cui possa propinare, senza pudore, qualsiasi sua storiella (vedasi l’Istituzione dell’Università a Piazza con i suoi 900 studenti, le promesse di potenziamento dell’ospedale Chiello e la creazione dei 6 posti di rianimazione, il dissesto che non avrebbe avuto alcuna conseguenza negativa per i cittadini, i crocieristi, le promesse di tutela dei boschi e quanto altro ancora).
Ma andiamo nell’ordine.
Il video dimostra:
1. Che il contenuto dell’operazione, i costi, le modalità, sono esattamente quelle che io ho descritto;
2. Che l’idea iniziale era di una operazione a costo zero per il Comune, che invece ha speso 94.500 euro: 70.000 per gli abiti + 24.500 per attrezzerie;
3. Che il primo anno (2019), senza covid, il Copat dovette ricorrere al contributo dello SPAR e di soggetti privati esterni, perché dei proventi della Lotteria rimase poco o nulla da destinare al pagamento della prima rata;
4. Che quindi il covid non c’entra nulla, perché la Lotteria nel 2020 e 2021 non avrebbe certamente avuto esito migliore e il Copat sarebbe dovuto ricorrere chissà a chi per pagare le successive rate;
5. Che non si capisce perché ad un certo punto si ricavi, dalla corrispondenza, che la ditta bulgara non fa più alcuna distinzione tra Comune e Copat, ma il Sindaco non lo spiega;
6. Che gli abiti acquistati per il Museo sono in realtà gli abiti del Palio: – sono 200, un po’ troppi per un Museo!; – sono stati acquistati dalla stessa ditta bulgara che contrattò con il Copat; – sono stati acquistati in una operazione lampo pochi giorni prima del Palio, e se fossero davvero serviti al Museo non si capisce il perché di questa fretta guarda caso pochi giorni prima dell’inizio del Palio, in un Comune che non brilla certo per velocità (siamo ancora fermi al bilancio 2018!): Inoltre, un Museo contiene abiti storici e della tradizione, non abiti cuciti nel 2021. Perché poi costituire un Museo del Palio, quando lo abbiamo già ed è completamente allestito?;
7. Che non esiste alcun finanziamento del Gal per il Museo del Palio. Il finanziamento del Gal ha ad oggetto “infrastrutture ricreative e turistiche”, e gli abiti non sono infrastrutture. Il Comune ha deciso di destinare questa tipologia di finanziamento per saldare il debito del Copat, sottraendo comunque le risorse utilizzate ad altri scopi.
8. Che l’operazione è stata, di sicuro, per nulla trasparente. Inoltre: l’onnipotente Assessore al Turismo é ancora socio del Copat?
Una piccola precisazione finale: non ho mai fatto esposti alla Procura della Repubblica di Enna nei confronti di nessuno. Ho prodotto – doverose – segnalazioni alla Corte dei Conti a tutela della città. E continuerò a farlo, se necessario.
(foto di Giuseppe Di Vita)
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