Matteo Salvini & Luigi Di Maio: neopatentati alla guida di una Ferrari.
Che Matteo Salvini e Luigi Di Maio si sarebbero trovati in grande difficoltà nel dover trasformare in fatti le idee populiste contenute nei loro programmi elettorali si sapeva da tempo. La farsa dei veti incrociati alla quale stiamo assistendo in queste ore non è altro che la presa di coscienza che reddito di cittadinanza, abolizione della Fornero e flat tax al 15% non erano altro che specchietti per le allodole e anche se domani si dovesse alla fine arrivare ad un governo, vista la conflittualità, i due leader avranno messo le basi per trovare una scusa che gli consenta di scaricare sull’avversario /alleato la colpa della mancata realizzazione dei punti salienti del proprio programma.
Gli elettori italiani hanno in pratica consegnato le chiavi della Ferrari a due piloti freschi di patente che hanno promesso di poter vincere non solo un Gran Premio ma anche l’intero campionato di Formula Uno. Questo è quello che è accaduto il 4 marzo. Qualcuno ha votato convintamente il Movimento 5 Stelle o La Lega di Salvini altri lo hanno fatto per protesta ma il risultato non cambia e, visto che siamo in un Paese dove tutti sfuggono alle proprie responsabilità, credo che una volta ogni tanto sarebbe bene ammettere di aver fatto un grosso errore, tenendo conto che se l’accoppiata Salvini/Di Maio ha di questi problemi per fare un governo figuriamoci cosa potrebbe accadere se dovessero mettersi d’accordo. Per riprendere la metafora automobilistica i due perderebbero subito il controllo della Ferrari, mettendo giù un bel po’ di italiani e finirebbero per distruggere l’auto. D’ora in poi spero che la gente abbia capito cosa vuol dire il termine “populista”, ovvero “prendo in giro il popolo per arrivare al potere”. Non siate populisti.
La prossima volta, davanti alla scheda elettorale, evitate di premiare le forze politiche che sono poco credibili e fidatevi più di chi vi dice che abbasare le tasse si può ma ci vuole tempo, anziché dare credito a questi imbonitori che tanto assomigliano a Giorgio Mastrota per il modo in cui vendono il loro “materassi” ma che, a differenza del presentatore televisivo, rischiano in realtà di far passare tante notti insonni agli italiani. Se proprio volete protestare mettete un bel nastrino rosso sul vostro maglioncino o una corona di fiori in testa salutando gli amici con un sincero “peace and love” o entrate nudi in campo durante una partita di basket: farete meno danni e la vostra protesta sarà chiara e condivisibile.
Nicola Lo Iacono