Calcio: da Schillaci a Da Graca. Quando la Sicilia del pallone sale alla ribalta
La Sicilia ha regalato al mondo del calcio talenti davvero eccezionali. Pensiamo ad esempio a Totò Schillaci, l’eroe di Italia ’90 che è considerato uno degli attaccanti italiani più forte degli ultimi anni.
La sua storia sembra essere quella di un predestinato per quanto riguarda il mondo del calcio. Fino ai 17 anni Schillaci giocava in una squadra di Palermo mentre aiutava il padre facendo il gommista. Tanto lavoro e pochi allenamenti. Ma il fiuto del gol già si intuiva. Così uno zio, emigrato a Torino tanti anni fa, parla del nipote calciatore con Furino, pregandolo di mettere una parola buona per quel ragazzo che al calcio dedica ogni minuto libero della propria vita.
La trattativa non andò a buon fine e Schillaci passò al Messina dove Totò comincia a farsi notare arrivando alle 23 reti realizzate nella stagione 1988/89 in 35 partite, alcune incomplete. E’ Scoglio a completare la sua maturazione tecnica e ad aiutarlo ad uscire da una brutta crisi. Nel 1987 passa la peggior stagione della sua carriera: solo tre gol, ma anche due interventi ai menischi e il servizio militare a rendere tutto più difficile. Scoglio lo spinge a ripartire con nuovo entusiasmo e Schillaci lo ripaga l’anno successivo con tredici gol.
Nella sua ultima stagione in Sicilia, con Zeman in panchina, gol a grappoli, ma pure qualche bisticcio di troppo con il tecnico boemo. Schillaci si allena poco a causa di fastidiosi problemi fisici ed Zeman lo tiene in panchina. Piccole incomprensioni che non gli impedirono di migliorare il suo record di segnature e di laurearsi capocannoniere della serie B. A quel punto Massimino non può più rimangiarsi la parola data ed ecco Schillaci libero di decollare verso il grande calcio.
Così arriva la Juventus con la quale esordisce il 27 agosto 1989 e nella prima stagione colleziona 15 gol in 30 partite conquistando una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Uno score che gli il posto azzurro ai mondiali del 1990 in cui diventa capocannoniere con 6 reti. Alla prima partita, quattro minuti dopo essere entrato in campo al posto di Carnevale, Toto’ e’ gia’ in gol e firma il successo sull’Austria. Si ripete contro Cecoslovacchia, Uruguay, Irlanda, Argentina, Inghilterra. Quanto basta per guadagnare fama mondiale.
Da Schillaci a Da Graca
Una storia, quella di Schillaci, che è simile a quella di Cosimo Marco Da Graca, un giovane palermitano che si sta mettendo in mostra con la Primavera della Juventus e che ha già esordito in Serie A. Marco Da Graca ha dalla sua un mix di cromosomi italiani e brasiliani che lo hanno dotato di una base decisamente promettente, forgiata dai tecnici del Calcio Sicilia e del Palermo prima di essere ulteriormente affinata da quelli juventini. Prima punta che non ha paura di mettere in mostra tutta la sua potenza di fuoco, calciando con efficacia con entrambi i piedi, il classe 2002 sfrutta al meglio i suoi 185 centimetri per farsi sentire nel duello individuale, potendo altresì contare su un allungo importante che lo rende minaccioso anche in campo aperto. I 5 gol messi a segno lo scorso anno, due dei quali nella splendida cavalcata in Youth League, rappresentano un punto di partenza sul quale Marco vuole costruire, con l’umiltà e la cultura del lavoro che lo caratterizzano, l’annata della definitiva consacrazione a livello giovanile.
Andrea Pirlo, attuale allenatore della Juventus, pare avere un debole per il giovane attaccante al punto di regalare a Da Graca la prima convocazione per la sfida di Champions League contro la Dinamo Kiev. Una competizione che la Juventus conta di vincere e che come sembrano confermare anche gli operatori di casino e scommesse con le loro quote ha tutte le carte in regola per farlo.
Nato e cresciuto nel capoluogo, ha iniziato giocando da esterno, ma segnava tanto ed era già fisicamente strutturato a 14 anni, così i suoi allenatori hanno deciso di schierarlo in posizione più centrale. Facendone, di fatto, le fortune. Alla Juventus ha completato il suo percorso di crescita, lavorando anche sull’aspetto tecnico.
Nell’Under 17 faceva coppia con Mirco Lipari. Quest’ultimo tra i due sembrava essere il vero bomber: 19 reti contro le 4, con 5 assist, di Da Graca. I bianconeri dovevano scegliere tra i due. Decisero di portare in primavera Da Graca. Scelta che si è poi rivelata vincente.