Lettera aperta dei dipendenti dell’Istituto Oasi di Troina
Una lettera aperta dei dipendenti dell’Irccs Oasi di Troina in merito alla notizia di un esposto presentato alla procura di Enna.
Scrivono i dipendenti dell’Oasi:
Egregio Direttore,a scrivere è una rappresentanza di donne e uomini che la vita ha portato ad intraprendere una professione d’aiuto diventando dei Professionisti. Professionisti che, nonostante tutto, ci sono, ci sono sempre stati e sempre ci saranno per chi ha bisogno. Questo lo sanno bene i nostri pazienti speciali e le loro famiglie che, ora più che mai, ci riconoscono come insostituibile riferimento nei loro momenti di bisogno sia dal punto di vista clinico che umano. Per tutti i dipendenti dell’ Oasi Maria SS di Troina il tempo di relazione è tempo di cura, malgrado gli attuali modelli organizzativi nelle strutture sanitarie, e spesso si dimentica che il centro di tutto deve sempre essere la persona e non soltanto la variabile tempo.
Nonostante i riconoscimenti a livello mondiale del nostro lavoro noi abbiamo sempre lavorato senza aspettarci lodi, ma essendo ampiamente ripagati dai sorrisi dei nostri utenti. Purtroppo in questo 2020 il mondo è divenuto un cattivo pagatore e ci ripaga screditando il nostro operato. Operato che ha trovato fulcro nella PERSONA che ha bisogno d’aiuto, di cure, di assistenza, di riabilitazione e di integrazione. Lo abbiamo sempre dimostrato e cerchiamo di dimostrarlo anche adesso, nonostante gli indispensabili strumenti di protezione individuali necessari per il contenimento del contagio da Covid 19 quali: tute protettive, mascherine, occhiali, visiere che possono, anzi, devono impedire al virus di contagiare i nostri pazienti non impedendo, comunque, di comunicare vicinanza, umanità ed empatia nei confronti di tutti i pazienti bisognosi di assistenza.
In questi giorni apprendiamo l’ennesima accusa nei confronti dell’Opera, l’ennesima accusa che colpisce ognuno di noi. Forse qualcuno cerca un piccolo trionfo che è colmato solo con la vendetta immotivata che risulta misera, inopportuna. Tale vendetta è una combinazione di egoismo e assurdità. Purtroppo chi si è dissetato e saziato volge le spalle alla sorgente che gli ha dato acqua e pane, e pure qualche spremuta d arancia; servita in un bicchiere di cristallo, che presto sarà buttato in mezzo al fango!
La lettera conclude affermando che:
Noi però siamo diversi. Noi siamo L’Oasi. E se incontriamo il male, l’offesa e la denigrazione andiamo avanti e continuiamo a seminare il bene, nonostante il tempo e l’essere misero ci voglia dare un cattivo raccolto. PERDIT NON DONAT, CUI DONAT NISI EST MEMOR. (perde e non regala se colui a cui viene dato non è riconoscente). Chi ci ha offeso, denigrato e regalato una moneta mal coniata, l’ha spesa senza timore poiché il suo animo è avaro di bene!!!!
Nel frattempo noi operatori continuiamo a lavorare con il nostro costante impegno, professionalità e senso del dovere; e che il buon Dio ripaghi ognuno con ciò che merita.
(*) StartNews è a disposizione di chiunque desideri aggiungere qualcosa a questo argomento.