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ll FAI lancia la 10ª edizione del censimento “I Luoghi del Cuore”. Votiamo il Castello Aragonese

ll FAI  lancia la 10ª edizione del censimento “I Luoghi del Cuore”. Votiamo il Castello Aragonese

Il FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo lancia la 10ª edizione del censimento “I Luoghi del Cuore” che si svolgerà dal 6 maggio al 15 dicembre 2020 e invita tutti i cittadini, nei piccoli borghi e nelle grandi città, nei paesi meno conosciuti e in quelli più noti, in Italia ma anche all’estero, a votare i luoghi italiani che amano di più e vorrebbero vedere tutelati e valorizzati. Dopo due mesi di isolamento, nella settimana in cui l’Italia timidamente riparte, anche il FAI entra in una nuova fase grazie all’avvio di questa grande campagna nazionale: un’opportunità per ciascuno di noi di esprimere finalmente, quasi fosse un urlo liberatorio, il sentimento appassionato che ci lega al Paese più bello del mondo, lo stesso di cui abbiamo tanto sentito la mancanza. Proprio ora, mentre i musei, i monumenti e i Beni del FAI sono ancora necessariamente chiusi, possiamo continuare a prenderci cura, tutti insieme, del nostro territorio e dei suoi tesori.

QUESTO IL LINK PER VOTARE IL CASTELLO ARAGONESE DI PIAZZA ARMERINA

L’iniziativa a Piazza Armerina  ha per oggetto una campagna di voti a favore del Castello Aragonese, a parlarcene sono sono la Presidente del Comitato promotore “Amici del Castello aragonese di Piazza Armerina”, prof.ssa Salvatrice Lucia Giunta e il Capo Gruppo FAI di Piazza Armerina, Dott.ssa Chiara Fauzia, Capo Gruppo FAI di Piazza Armerina

LA PRESENTAZIONE DELL’INIZIATIVA A FAVORE DEL CASTELLO ARAGONESE DI PIAZZA ARMERINA

Il nostro Comitato promotore è costituito da privati cittadini e da referenti di associazioni locali che nel tempo hanno sempre dato prova, attraverso iniziative culturali organizzate sul territorio, del grande impegno e della passione profusa nel valorizzare il patrimonio storico-­‐ artistico (materiale ed immateriale) del comune di Piazza Armerina. Ciò che accumuna i componenti del nostro comitato è, quindi, una comunità di intenti nel far conoscere la splendida e ricca storia della nostra città, attraverso la valorizzazione e la salvaguardia delle preziose testimonianze storico-­‐artistiche presenti nella nostra città. Una di queste meravigliose testimonianze è proprio il Castello aragonese di Piazza Armerina, bene che abbiamo deciso di sostenere in questo X censimento de “I luoghi del cuore” e che è stato il protagonista delle nostre Giornate FAI di Autunno 2019. Durante le giornate del 12 e del 13 ottobre si sono registrati, all’interno del castello, aperto per l’occasione, circa 3000 ingressi tra appassionati e curiosi. La grande disponibilità degli attuali proprietari del castello, i coniugi Scicolone (originari di Gela), è stata ripagata con l’entusiasmo delle persone che, desiderose di visitare l’antica fortezza, hanno atteso pazientemente il loro turno per accedere ai percorsi predisposti dai volontari FAI in parte degli ambienti interni del castello e in una porzione del camminamento esterno delle mura. Gli Apprendisti Ciceroni hanno abilmente accompagnato i gruppi di visitatori negli spazi prestabiliti, messi in sicurezza per mezzo di una relazione tecnica e raccontato la storia del castello coinvolgendo gli ospiti nella narrazione.

Il bene in questione è un organismo di grande interesse castellano per la forma planimetrica delle parti che lo compongono che sono essenzialmente costituite da quattro torri quadrate collegate da mura bastionate ad impianto trapezoidale. Il castello sovrasta un alto terrapieno sostenuto da muri bastionali a modo di rivelini. Queste opere sono state aggiunte in seguito per adeguarlo alla difesa con armi da fuoco.

Come era consuetudine per i castelli feudali, anche il castello piazzese fu edificato in una posizione originariamente isolata ed emergente rispetto alla città medievale, fondando la propria sicurezza sull’inaccessibilità naturale garantitagli dall’altura del Colle Mira (Piazza Armerina sorge su un’altura dei monti Erei meridionali, nella parte centro-­‐orientale della Sicilia, a 697 m d’altitudine).

Dalla posizione altimetrica della fortezza, con la semplice pianta rettangolare ed i quattro torrioni quadrangolari disposti ai vertici, è possibile ravvisare influssi di derivazione federiciana. Indubbia è, infatti, l’influenza dell’architettura federiciana sveva in un periodo dove non si era ancora definitivamente affermato il dominio aragonese e di conseguenza neppure una cultura architettonica che subentrasse a quella sveva.

L’edificio nel tempo ha subito un grave impoverimento strutturale, in particolare a causa dell’azione di riadattamento risalente ai primi decenni del XIX secolo (quando l’edificio fu adibito a carcere), che ha quasi totalmente modificato gli spazi interni ed esterni. Pertanto, dell’originario modello trecentesco rimangono solo alcune parti di strutture murarie principali, in particolare quelle esterne.

CHI PARTECIPA AL PROGETTO
Gli Enti e le Associazioni, riuniti nel Comitato Promotore “Amici del Castello aragonese di Piazza Armerina”, che collaborano con il Gruppo FAI di Piazza Armerina per promuovere la campagna di voti, a sostegno del Castello aragonese, relativa al X censimento “I Luoghi del cuore” sono:

Amministrazione Comunale di Piazza Armerina
Club per l’UNESCO di Piazza Armerina
AIParC (Associazione Italiana Parchi Culturali -­‐ Centro territoriale di Piazza Armerina)
FIDAPA (Sezione di Piazza Armerina)
Co.P.A.T. (Consorzio Turistico per la Promozione del Territorio)
CIF (Centro Italiano Femminile di Piazza Armerina)
Archeoclub (Sede di Piazza Armerina)
Gruppo Archeologico “Litterio Villari” di Piazza Armerina
UCIIM (Sezione di Piazza Armerina)
Rotary Club di Piazza Armerina
Lions Club di Piazza Armerina
Inner Wheel (Club di Piazza Armerina)
Università del Tempo Libero “Ignazio Nigrelli”
Italia Nostra (Sezione di Piazza Armerina)
Società di Storia Patria della Sicilia centro-­‐meridionale
Galleria d’arte Triskelion di Piazza Armerina
Nobile Quartiere Monte Mira di Piazza Armerina
Gruppo FAI di Piazza Armerina – Delegazione FAI di Enna

IL CASTELLO ARAGONESE

Un eventuale intervento potrebbe essere finalizzato a finanziare il progetto di restauro di parte di questa meravigliosa fortezza, per rendere, ad esempio fruibile, la cappella del Castello che, attraverso le tracce delle sedimentazioni storiche tuttora visibili, possono ancora raccontare tanto delle storie che lì per secoli hanno avuto luogo.

Il Castello aragonese di Piazza Armerina è stato in passato oggetto di alcuni frammentari e superficiali interventi restauro relativi alla parte esterna. Alcuni tentativi di messa in sicurezza, fatti eseguire dal nuovo proprietario, hanno reso possibile la fruizione di parte dell’edificio, con la conseguente (saltuaria) visita di qualche curioso occasionale, di studiosi di architettura medievale o di gruppi di turisti di passaggio in città.

Per molto tempo, funzione ultima del castello fu di essere sfruttato impropriamente come deposito di materiale edile; salvo poi venir fatto regredire – col trascorrere degli anni – al rango di vera e propria ‘selva’, per via delle formazioni erbose spontanee che per lungo tempo (prima dell’opera di manutenzione dell’attuale proprietario) hanno ammantato le poderose mura, rendendolo quasi del tutto invisibile. Una sorte di certo bizzarra se consideriamo l’importanza della struttura nella forza della sua monumentalità, e nella rilevanza della sua esistenza di secoli.

Con un base squadrata e mura totalmente diritte, venne eretto in un punto focale del territorio urbano che potesse motivarne il suo utilizzo in qualità di strumento di difesa contro gli attacchi nemici.

I torrioni che dovevano raggiungere all’incirca i ventidue metri di altezza, sono adesso ridotti alla metà e di cui resta poco. Gli interstizi chiusi poi artificialmente ci richiamano alla memoria che fino ad un’epoca non troppo lontana, compresa tra l’Ottocento borbonico e gli anni Settanta del secolo scorso, il castello fu adoperato come penitenziario.

Pesanti portoni d’accesso dalle giganti serrature ottocentesche, aprono ad una dimensione affascinante ma per troppo tempo dimenticata.

L’interno del castello è caratterizzato da solai e soffitti crollati. I detenuti stavano all’interno di piccoli ed angusti “cunicoli” e di camerate che ancora portano il segno della sofferenza. E sugli intonaci invecchiati dagli anni, intatti, anche gli ‘autografi’ con cui i detenuti affidavano al tempo l’esperienza penosa della prigionia.

Negli ambienti interni si possono osservare graffiti e dediche difficilmente decifrabili, testimonianza del periodo di permanenza dei detenuti. Nella meravigliosa cappella del castello sono state rinvenute delle scritture in latino, numeri che evocano datazioni, nomi di ipotetici committenti che ancora adesso campeggiano sbiaditi sui muri della grande stanza squadrata, visibilmente abbellita dai resti di un arredo sacro murario. Dalla nicchia sull’altare in cui dovette trovare ospitalità la statua di una madonna, spaziando fino al grande arco duecentesco di forma ogivale che testimonia il sospetto di una edificazione su più livelli, forse proprio a partire dal preesistente cenobio francescano duecentesco.

QUESTO IL LINK PER VOTARE IL CASTELLO ARAGONESE DI PIAZZA ARMERINA

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