Videoarticolo – Fuori dal bozzolo! Serve calma e pazienza
La quotidianità covid-19 ci ha cambiati e adesso bussa alle nostre porte la nostra vecchia vita,che però indossa un abito tutto nuovo, che dobbiamo imparare a vestire come una divisa che uniforma l’intero pianeta. Il cuore batte forte, forse anche troppo, quasi all’impazzata e paradossalmente si affaccia un nuovo stato ansioso diverso da quello vissuto nel periodo di lockdown. Ha inizio una nuova e graduale fase, quella della convivenza con il “mostro”a tempo indeterminato. Con il fiato mozzato, con la rabbia e l’insofferenza siamo sopravvissuti a tutte le restrizioni imposte, e a tutti gli stati d’animo, divisi fra i più obbedienti e attenti e gli incoscienti sprezzanti delle regole, che mettevano a rischio se stessi e gli altri. La pandemia ha travolto e penalizzato socialmente, emotivamente ed economicamente la vita di ciascuno, e in molti nonostante tutto hanno retto e mostrato pazienza, caparbietà e maturità.
In pratica potremmo dire di essere stati travolti da un cataclisma di portata abnorme, che ha trascinato via ogni certezza, lasciando nel buio più totale ogni nostra domanda. Adesso si intravede la luce in fondo al tunnel, e sebbene vi siano gli euforici malamente convinti di ritornare alla precedente normalità, contemporaneamente è presente la categoria di persone che temono e percepiscono la riapertura al mondo come un qualcosa di ancor più rischioso ed imprevedibile. Precauzione e convivenza sono le “parole chiave “ di questo momento che dovrebbe con cautela riaprire le porte alla vita ordinaria, ma in realtà vi sono più incognite che certezze, e queste guidano il nostro pensare che ci allerta e ci consegna alla paura e all’ansia. Tante le domande e troppo poche le risposte, ma di fronte al tempo sospeso della quarantena alcuni hanno riscoperto abitudini piacevoli, hanno setacciato la loro vita scoprendo che magari non era così impeccabile e allentando gli impegni in presenza e l’irrefrenabile corsa contro il tempo che non lascia tempo, la percezione di molti aspetti è davvero cambiata e probabilmente alcuni avranno difficoltà a riprendere il ritmo della routine.
Adesso dobbiamo ricominciare ad uscire dalle mura di casa ed abbandonare quel guscio protettivo che contraddittoriamente abbiamo amato ed odiato simultaneamente e che in termini tecnici psicologici prende il nome di “sindrome della capanna o del prigioniero”. Utilizzeremo la mascherina che forse nasconderà anche un timido sorriso e impareremo a riconoscere i segnali della comunicazione visiva ; avremo mille detergenti in uso per disinfettare ogni oggetto ed ogni superficie; le nostre mani saranno rivestite di gomma e il tatto sarà un senso, solo domestico; diverremo pazienti attendendo i turni in ogni dove; non ci riabbracceremo con tutta l’enfasi dei sentimenti per il timore del contagio; il distanziamento sociale sarà la consuetudine; un nuovo stress psicofisico caratterizzerà la nostra esistenza; sogneremo l’agognato ritorno ad una vera normalità; insomma cosa ci attende davvero fuori? Siamo pronti per la nuova fase? Il momento è ormai giunto e di certo dalle indagini condotte pare che per potere affrontare la “Fase 2” circa il 62% delle persone necessiterà di un supporto psicologico, fortemente legato anche alle preoccupazioni per il futuro prossimo.
Ciò che è fondamentale in questo momento è poter esprimere le proprie sensazioni evitando qualunque tipo di rimozione. Inoltre la calma e la pazienza, dovranno essere i nostri compagni di viaggio fedeli , che potranno consentirci di riappropriarsi del nuovo tempo molto gradualmente, “nel qui ed ora” senza proiettarsi ad un dopo troppo frettoloso.