Oltre le nebbie – Disagi e privilegi del tempo che scorre (la vecchiaia puo’ attendere)
Un giorno improvvisamente fa breccia fra i nostri pensieri una nuova preoccupazione : “ oh Dio sto invecchiando ! “ nessuno è in grado di accettare l’idea di poter essere eclissato dall’inclemenza del tempo che vola via senza il nostro consenso . La nostra è ormai riconosciuta come la “ società dell’immagine “ nella quale fra le proibizioni costanti vi è quella di non invecchiare , camuffando quanto più possibile una giovinezza che sconosce tempo. Ma proprio di quest’ultimo parliamo , il tempo che entra ovviamente di diritto a far parte del ciclo della vita di ciascuno , che rappresenta a volte una sfida evolutiva che può sfociare in sentimenti di equilibrio o diversamente di disperazione .
Negare o non accettare il tempo che scorre via dà luogo a ciò che patologicamente viene definita in gergo psicologico “gerascofobia” è chiaro che ciò rappresenta l’esacerbazione di fronte ad un evento prettamente naturale e fisiologico . L’aspetto gerascofobico si caratterizza per la presenza costante di rimpianti , timore dei cambiamenti fisici , cognitivi , psichici , disturbi depressivi , turbamenti e angosce di vario tipo legati al proprio eventuale decadimento fisico , al quale si risponde ricorrendo sempre più spesso anche ad interventi di chirurgia estetica. Di norma i comportamenti divengono condizioni patologiche e irragionevoli , quando certi pensieri occupano parecchio tempo e danno luogo alle cosiddette “ ruminazioni mentali “ nelle quali l’attenzione è sempre rivolta alla paura dell’invecchiamento .
Le caratteristiche corrispondenti di chi è affetto dalla paura di invecchiare ,sono spesso legate a sintomi ansiosi di vario genere , nonché a stati emotivi insicuri e mancanza di realizzazione personale . Già nella cultura greca antica esistevano opinioni discordanti circa il tema della vecchiaia : Solone sosteneva come la vecchiaia fosse degna di essere vissuta in pienezza, permettendo di apprezzare i propri familiari, il valore del tempo che passa e le conoscenze acquisite nel corso della vita.
Al contempo Mimnermo affermava “quando arriva la dolorosa vecchiaia, che rende turpe anche l’uomo bello, sempre dolorosi affanni lo sconvolgono nel cuore, né si rallegra a vedere i raggi del sole, ma nemico ai ragazzi, disprezzato dalle donne, così il dio rese la vecchiaia dolorosa…
Ma non appena sia passata questa fine della stagione primaverile meglio morire che vivere”.
Appare quindi chiaro come Mimnermo esalti i piaceri della giovinezza enumerando i mali della vecchiaia, che questi individua nel decadimento del corpo e dell’anima.
La cosiddetta “terza età” rappresenta un calcolo , un bilancio di soddisfazioni o insoddisfazioni , in cui il tempo per ovviare a certi eventuali errori è una incognita breve , che nel proprio intimo può dar luogo alla disperazione di non aver fatto del proprio meglio . La prima ruga , il primo capello bianco , il primo affanno respiratorio ci prendono prepotentemente per mano inducendoci a sensazioni di profonda impotenza , paura , tristezza e non facilmente alla rassegnazione . Ogni declino ci allontana dall’utopia dell’eterna giovinezza e cancella la progettualità a lungo termine ed il raggiungimento di sogni e obiettivi , per i quali non abbiamo probabilmente più abbastanza tempo . Ma invecchiando d’altra parte si raccolgono invece i frutti di ciò che si è seminato e ci si può lasciar cullare dal fluire leggero degli impegni meno gravosi , che lasciano ampio spazio ad una creatività assolutamente sconosciuta e della quale bisognerebbe far tesoro. Bisognerebbe spazzare via dall’immaginario collettivo l’idea dell’anziano solo, triste , passivo , senza salute. Chi ha invece la fortuna di imbattersi in uno stato psico-fisico ottimale dovrebbe coltivare dei precisi momenti costruttivi:
1) innanzitutto approcciarsi agli altri positivamente creando e coltivando legami;
2) prendersi cura del proprio stato di salute , attenzionando uno stile alimentare sano ;
3) dedicarsi alla programmazione di piccoli o grandi viaggi , coltivare i propri hobby e arricchire se stessi anche attraverso la lettura ;
4) proporsi ed imporsi una positività che presupponga anche l’allontanamento da persone lamentose e che hanno una visione pessimistica della vita ;
5) pianificare questa parte della vita in modo progettualmente sereno e piacevole ;
6) dedicarsi a sane attività fisiche che incrementino la gioia di vivere ed esserci ancora .
7) accettare nella fase ciclica e naturale della vita i svariati cambiamenti ;
8) imparare a riconoscere la giusta importanza delle piccole e semplici cose che non sempre corrispondono a beni materiali , un bel tramonto ne è un esempio .
Cicerone diceva che “ nessuno è tanto vecchio da non sperare di vivere ancora un giorno né alcuno tanto giovane da essere sicuro di vivere ancora un giorno “ , ciò evidenzia il timore di invecchiare nonché la paura della morte stessa. Tutti abbiamo in noi la paura di morire , e naturalmente la vecchiaia ci affianca sempre più a tale timore che rappresenta la perdita del tutto e della nostra stessa esistenza.
Il tempo non lo si può fermare per cui se si vive piuttosto lungamente non si può non invecchiare , e tutti desiderano poter invecchiare invece che morire , ma nessuno vuole essere vecchio. Non dimentichiamo però che “ non onorare la vecchiaia , è demolire la casa nella quale ci si deve addormentare la sera” ( Alphonse Karr ).
Dobbiamo imparare ad amare e ad amarci , amando le nostre fragilità e confortando le nostre paure , questo ci condurrà ad uno stile di vita fiero della nostra persona , che invecchiando come il buon vino acquisirà maggior valore e sapore “ Il tempo è molto lento per coloro che aspettano , molto veloce per coloro che hanno paura ,molto lungo per chi si lamenta ,molto breve per quelli che festeggiano , ma , per tutti quelli che amano , il tempo è eternità … “
( William Shakespeare )
Dott.ssa Fabiana Cristina