Nuovi progetti umanitari per l’Organizzazione non Governativa “Luciano Lama”. Impegno nel Sahara Occidentale
Come si ricorderà nel mese di ottobre scorso la O.n.G. ( Organizzazione non Governativa ) “Luciano Lama” ha ricordato i 25 anni di attività umanitaria con una grande manifestazione al Teatro Garibaldi di Enna.
Attività svolta in un quarto di secolo tesa a sanare le ferite causate dai conflitti bellici svoltesi alla fine del secolo scorso nei Balcani ed in particolare in Bosnia Erzegovina, con esiti straordinari a favore delle popolazioni duramente colpite ed in particolare dei bambini, impegno teso a costruire una nuova società capace di ripudiare la guerra.
Comunque l’impegno verso la Bosnia Erzegovina rimane non soltanto verso le nuove generazioni affinché il percorso formativo sia concluso, ma anche per iniziative culturali e sociali di grande respiro come quella realizzata nell’autunno scorso, di concerto con l’Università KORE di Enna, accogliendo una nutrita delegazione di studenti universitari provenienti dagli atenei bosniaci per partecipare ad un corso seminariale di approfondimento della lingua italiana e della cultura siciliana.
Adesso, dopo lunga riflessione si vuole dare una svolta all’impegno operativo della O.n.G. guardando ad altre realtà dove rimangono emergenze sicuramente gravi ed indifferibili nel vasto mondo dell’Africa puntando su due realtà assolutamente dimenticati come il Sahara Occidentale e il Burchina Faso.
Grazie al partenariato dei vertici della FLAI-CGIL Nazionale, organizzazione sindacale dei lavoratori agricoli e dell’agroindustria, da sempre vicina alla “Luciano Lama” e con la quale da parecchi anni esiste una fattiva collaborazione in materia di solidarietà e con il contributo della Università Kore, verranno realizzati dei progetti umanitari di notevole importanza.
Il primo intervento in ordine cronologico interessa il Sahara Occidentale. Infatti una delegazione della “Luciano Lama” composta dal Presidente Castellano, dal Vice Presidente Bellinvia, dalla Segretaria Eleonora Cappa come interprete, dall’Agronomo Fausto Russo e dal responsabile del dipartimento della FLAI Nazionale Pietro Ruffolo, il 28 aprile prossimo partiranno alla volta di quel Paese.
Va ricordato che il Sahara Occidentale, ex colonia spagnola, incastrato tra il Marocco e l’Algeria a nord e la Mauritania a sud, attualmente buona parte del territorio rimane sotto il dominio del Marocco, quindi diviso da una “linea maginot” dove sono state collocate diverse centinaia di migliaia di mine antiuomo, tra la parte occupata e quella cosiddetta “legale” controllata dal Fronte Polisario.
Nel Sahara Occidentale i progetti che a breve verranno realizzati sono: intanto un seminario per la formazione di dirigenti di quella entità sui diritti umani ( quindi la partecipazione della Università Kore ) ed un secondo progetto per impiantare un uliveto con almeno mille piante ( quindi la partecipazione dell’Agronomo ) essendo l’olio ritenuto un prodotto indispensabile per le loro popolazioni e non soltanto per usi alimentari.
A seguire la “Luciano Lama” realizzerà un progetto che interesserà il Burchina Faso, forse meglio conosciuto come Alto Volta. Anche questo rimane un Paese travagliato da contraddizioni e instabilità politiche laceranti, accompagnati da diversi colpi di stato militari e dove regna la povertà più assoluta.
Basti pensare che l’aspettativa di vita di quel Paese rimane inferiore ai 50 anni mentre l’età media addirittura si ferma ai 17. Quindi una popolazione giovanissima tuttavia falciata anche dagli effetti distruttivi dell’Aids.
Il Burchina Faso, colonia francese sino al 1960, è una regione relativamente piana ed il bacino del fiume Niger costituisce due terzi del proprio territorio, mentre i suoi affluenti rimangono in secca per circa la metà dell’anno. La stagione delle piogge torrenziali inonda il Paese causando gravi danni all’economia, al paesaggio ma anche alle popolazioni indifese.
E’ proprio per i suoi notevoli problemi logistici dovuti alle instabili condizioni climatiche, l’intervento della “Luciano Lama” , sempre su suggerimento della FLAI Nazionale, sarebbe indirizzato alla costruzione di un ponte in un punto strategico che consentirebbe di mettere in collegamento due importanti ed estese parti di quel Paese che in particolare periodo della stagione delle piogge divengono isolate a causa dell’ingrossamento di un affluente del fiume Niger.
Intanto Il Preside della Facoltà di Ingegneria della Kore, Prof. Tesoriere ha dato la disponibilità per quanto riguarda il progetto dell’opera, mentre la “Luciano Lama” e la FLAI Nazionale, proporranno una sottoscrizione popolare per raccogliere i fondi necessari a realizzare l’importante struttura.
“Per la nostra Associazione si tratta di una esperienza nuova in assoluto – commenta Pino Castellano – ma che riteniamo anche giusto guardare ad altre aree del mondo dove persistono bisogni assolutamente inderogabili. Ma vogliamo avviare anche questa nuova “scommessa” per la nostra O.n.G. ed esplorare nuovi bisogni e nuove necessità”
Intanto, proprio per rimanere nella Bosnia Erzegovina, fervono i preparativi per la prossima 51^ accoglienza per oltre 300 bambini provenienti dagli orfanotrofi e dalle case di accoglienza di quel Paese che arriveranno il 16 di giugno per ripartire il 5 agosto prossimi.
Circa settanta saranno ospiti di famiglie della Sardegna, trenta nel Molise, oltre venti sparsi nelle altre cinque regioni d’Italia tra cui la Lombardia, il resto verranno ospitati in Sicilia.
Di rientro direttamente dall’Africa il Presidente Castellano proseguirà per la Bosnia Erzegovina per partecipare alle manifestazioni per il ventennale della nascita dell’orfanotrofio di Turija, da dove provengono parecchie decine di bambini e per espletare gli ultimi adempimenti organizzativi in vista della imminente accoglienza.
Lm’attività della “Luciano Lama” non conosce alcuna sosta per quanto riguarda i progetti nel territorio di interesse sociali per le nostre popolazioni ed in particolare per i nostri giovani.