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Caso Siri – Lettera aperta per l’on.Matteo Salvini Vice Presidente del Consiglio dei Ministri

Caso Siri – Lettera aperta per l’on.Matteo Salvini Vice Presidente del Consiglio dei Ministri

Caro Presidente

ho seguito con particolare interesse la telenovela relativa al caso Siri e sono rimasto molto perplesso  per il modo come la stessa è stata gestita. Non lei e neanche Di Maio dovevate alimentare quella polemica che non doveva verificarsi , se il Sottosegretario Siri avesse avuto un minimo di  buon senso. Siri non merita quel posto, non per quello di cui è indiziato ,ma per come ha tentato di conservarlo a costo anche di una possibile crisi di governo. Le dichiarazioni di Di Maio “ se in Consiglio dei Ministri si vota noi abbiamo la stragrande maggioranza” e  la sua ben nota arroganza usata nel giustificare il silenzio di Siri,  non hanno reso un buon servizio alle due componenti di  maggioranza che sostengono il governo. Chi le scrive  ha vissuto in prima persona quello che è accaduto a Siri anche se le proporzioni e i fatti sono ben diversi. Premesso che nel 1967  è stato candidato d.c. non eletto  alle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana , in lista con l’On. Giuseppe D’Angelo, più volte Presidente della Regione e con l’on. Giuseppe Sammarco, più volte  Assessore regionale ed in carica al momento delle elezioni . Il risultato elettorale fu in seguente : Sammarco voti 16.682, D’Angelo 15.145, Alerci 13.302. Alla vigilia delle elezioni regionali del 1972, Presidente dell’Ospedale Civile di Enna  da poco tempo riconfermato, essendo ”papabile” per la nuova candidatura sia per il risultato conseguito nel 1967, che per l’assenza dalla competizione dell’on.D’Angelo, con una puntualità svizzera la Procura della Repubblica di Enna mi indiziò del reato di peculato per la distrazione della somma di L.250.000 e, nel contempo, sequestrò oltre un quintale di carte all’ affannosa ma vana ricerca di “ben altro”.

Immediate le mie dimissioni dalla carica di Presidente dell’Ospedale. Per questa contestazione  personalmente rinunciai alla nuova candidatura che determinò l’elezione a deputato regionale di Salvatore Plumari con 8.100 voti di preferenza., 5.000 voti in meno rispetto a quelli da me ottenuti nel 1967 in concorrenza con due grossi personaggi. Questo avviso di reato, prolungato con malevole artificio, si ripercosse per molti anni anche nel mio rapporto di lavoro di bancario. fino alla sentenza ,resa definitiva a distanza di otto anni con la dichiarazione che il “ fatto non costituiva reato”. Anch’io ero a conoscenza di non aver commesso alcun reato, ma la mia sensibilità  per la  esposizione politica di allora, certamente di gran lunga inferiore a quella del Sottosegretario Siri, mi consigliò di rassegnare le dimissioni dall’incarico di Presidente di quell’Ospedale che, durante la mia gestione, ottenne ottimi risultati non solo dal punto di vista della funzionalità, ma con la realizzazione di tre nuovi padiglioni che aumentarono la disponibilità dei posti letto da meno di 200 ad oltre 600, creando nuovo  lavoro per oltre 250 persone.

Con l’augurio di buon lavoro. 
Angiolo Alerci

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