L’on. Luisa Lantieri: “Un errore bocciare la legge sulle quote rose nelle giunte”
COMUNICATO STAMPA ON. LUISA LANTIERI
Si è svolta questa settimana in aula la discussione e votazione della norma che ha portato alla bocciatura delle “quote rosa”.
Bisogna, però, non confondere questa norma con quella nazionale in cui il Parlamento ha approvato nel 2012 nuove norme che obbligano gli statuti degli enti locali a promuovere la parità nelle giunte e negli enti, aziende e istituzioni da essi dipendenti, a garantire che ciascuno dei due generi sia rappresentato per almeno un terzo nelle liste elettorali e a introdurre la doppia preferenza di genere per i candidati al Consiglio comunale: l’elettore può esprimere due preferenze, purché siano di genere diverso.
La norma votata questa settimana in Sala d’Ercole, invece, avrebbe introdotto nelle giunte regionali dei Comuni sopra i 15.000 abitanti una quota minima di partecipazione delle donne. La norma avrebbe imposto che il 40% della giunta doveva essere composta da donne.
L’Aula si è espressa in modo chiaro dopo un’ampia polemica che personalmente non condivido. Ritengo, infatti, che la vicenda debba essere affrontata diversamente evitando strumentalizzazioni di temi forti ed eclatanti come quello delle “QUOTE ROSA” a me caro per ovvi motivi.
Il nocciolo della questione è un altro in una società civile e democratica come la nostra non c’è bisogno di una legge, o meglio non dovrebbe esserci bisogno di una legge per garantire la presenza delle donne in giunta semmai sarebbe auspicabile una sanzione , ad oggi inesistente, nei confronti dei sindaci che non prevedono un esecutivo rispettando la parità dei sessi.
La realtà, però è diversa in quanto i fatti dimostrano che la presenza di una legge quella famosa sulle “quote rosa” ha comportato un aumento effettivo della partecipazione delle donne dal 10 per cento al 30 per cento.
Nonostante norme di questo tipo siano ampiamente utilizzate in varie competizioni elettorali, sia locali sia nazionali, la discussione sulla loro applicazione risulta tutt’altro che banale. I partiti politici sono stati sostanzialmente tagliati a metà da questo dibattito.
Personalmente ritengo che la presenza obbligata di donne aiuterebbe molto nel rendere il Parlamento e le giunte comunali un migliore specchio della società che esso è chiamato a rappresentare; inoltre, in relazione a molte proposte di legge che riguardano espressamente le donne, vi sarebbe la possibilità di avere un punto di vista diverso, frutto della conoscenza diretta dei problemi in questione, con una ponderazione di interessi diversa rispetto a quella fatta da un parlamento unicamente maschile. Le quote rosa rappresentano dunque un meccanismo inevitabile per garantire un’adeguata parità nella rappresentanza parlamentare delle donne, sistematicamente sottorappresentate.
On. Luisa Lantieri