Enna ricorda la strage di piazzale Loreto: un seminario con il nipote del piazzese Salvatore Principato

Giovedì 27 marzo, alle ore 17:30, la Galleria Civica di Piazza Scelfo a Enna farà da cornice a un importante seminario organizzato dall’Anpi locale. L’incontro, dal titolo evocativo “La strage del 10 agosto 1944 a Piazzale Loreto Milano”, ripercorrerà le tragiche vicende di quel giorno; un luogo funesto dove quindici antifascisti, detenuti nelle carceri di San Vittore, furono barbaramente trucidati da militi fascisti su ordine degli occupanti tedeschi, senza alcun processo né specifica accusa. Questo atto di inaudita violenza precedette di alcuni mesi il secondo, tristemente noto, piazzale Loreto, quando i corpi di Mussolini, Claretta Petacci e altri gerarchi fascisti furono esposti al pubblico ludibrio nell’aprile del 1945.
La testimonianza del professor Castoldi: memoria viva di un sacrificio
Il seminario vedrà come relatore d’eccezione il professor Massimo Castoldi dell’Università di Pavia, figura particolarmente toccata da questa storia in quanto nipote del partigiano piazzese Salvatore Principato, una delle quindici vittime di quell’efferato attacco contro la resistenza milanese. A dialogare con il professor Castoldi, che è anche autore del libro incisivo “Piazzale Loreto Milano, l’eccidio del contrappasso”, sarà il professor Renzo Pintus, presidente provinciale dell’Anpi; un confronto che promette di illuminare aspetti ancora poco noti di quella tragica pagina di storia.
Un libro per restituire voce ai martiri dell’antifascismo
Nel suo libro, frutto di anni di meticolosa ricerca, Massimo Castoldi ha raccolto una mole considerevole di materiali, in gran parte inediti, relativi all’eccidio del 1944 e alle complesse vicende legate alla storia di quel luogo simbolo; diventando, di fatto, un custode della memoria di piazzale Loreto. Attraverso un rigoroso lavoro di analisi delle fonti, Castoldi ricostruisce con precisione la sequenza degli arresti, le logiche perverse che condussero all’eccidio e le sue immediate conseguenze; ma l’aspetto più significativo dell’opera è, senza dubbio, la capacità di «restituire la voce ai quindici martiri, ripercorrendone l’impegno antifascista, attraverso le loro storie umane e politiche»; un atto di doveroso omaggio a coloro che sacrificarono la propria vita per la libertà e la giustizia.
