Calendario venatorio 2024-2025 in Sicilia: rigettata la richiesta di sospensione avanzata da Legambiente
LA NOTA DI NICOLA LO IACONO
Aprire la caccia in Sicilia, una regione già devastata da incendi e siccità, è un atto incivile che non può essere giustificato. Il territorio siciliano, fortemente provato dai cambiamenti climatici, ha subito danni incommensurabili al suo ecosistema, con la fauna e la flora locali in perenne stato di emergenza. Continuare a permettere la pratica venatoria in queste condizioni significa contribuire ulteriormente alla distruzione dell’ambiente, mettendo a rischio le specie già vulnerabili.
Le specie animali, già decimate da incendi che hanno distrutto habitat cruciali, ora si trovano a fronteggiare un’ulteriore minaccia: la caccia. Un territorio che necessita di protezione e rigenerazione viene ulteriormente sfruttato, senza considerare l’importanza della biodiversità in un’area così fragile. Le istituzioni dovrebbero tutelare il patrimonio naturale e non favorire attività che ne accelerano il degrado. Cacciare in un ambiente già in ginocchio non è solo irrispettoso verso la natura, ma è anche un chiaro segnale di irresponsabilità civile.
Nel corso di quest’anno, le associazioni ambientaliste Legambiente Sicilia, WWF Italia Onlus, LIPU, ENPA Onlus, LNDC Animal Protection e la Lega per l’Abolizione della Caccia hanno presentato un ricorso presso il TAR di Palermo. Le associazioni richiedevano l’annullamento del Decreto Assessoriale n. 52/GAB del 17 luglio 2024, che regolamentava il calendario venatorio per la stagione 2024-2025. Il ricorso era motivato dall’emergenza climatica e ambientale in Sicilia, con l’obiettivo di ottenere la sospensione urgente delle disposizioni del decreto, che prevedeva tra l’altro l’apertura anticipata della caccia per alcune specie.
La posizione della Regione Sicilia
Il calendario venatorio autorizzava la preapertura della caccia per il Colombaccio e la Tortora selvatica nei giorni 1, 2, 4, 7, 8 e 11 settembre 2024, con l’avvio generale previsto per il 15 settembre. Le associazioni venatorie, tra cui l’Unione Associazioni Venatorie Siciliane (UNAVES) e la Federazione Italiana della Caccia Sicilia, si sono costituite contro il ricorso, affermando la legittimità del calendario, conforme alle normative nazionali e regionali sulla caccia.
Il decreto del TAR di Palermo
Il 10 settembre 2024, il Presidente del TAR di Palermo ha respinto la richiesta cautelare delle associazioni ambientaliste, considerando che l’apertura anticipata della caccia si era quasi del tutto svolta. Pertanto, non sussistevano le condizioni di estrema urgenza per sospendere il decreto. La decisione conferma il mantenimento del calendario venatorio fino all’udienza prevista per il 25 settembre 2024.