Crisi idrica nell’ennese: le proposte del Partito Democratico
Da almeno quattro anni, le precipitazioni annuali in Sicilia sono significativamente inferiori alla media storica, causando difficoltà nel riempimento delle falde acquifere e degli invasi naturali e artificiali. La siccità, ormai cronica, è aggravata da infrastrutture inadeguate e da perdite nelle reti idriche che raggiungono il 50%. La situazione è critica, con il ritorno delle autobotti nelle strade dei centri abitati dell’ennese e una riduzione della fornitura idrica. Secondo il PD provinciale, questa crisi “non è una semplice fatalità, ma il risultato di una mancata pianificazione degli interventi e di una cattiva gestione del sistema idrico.”
Responsabilità e gestione inefficace
Il comunicato del Partito Democratico evidenzia che nel 2021, sotto l’amministrazione Musumeci, sono stati bocciati 31 progetti idrici, finanziabili con fondi del PNRR per un totale di 360 milioni di euro. “Questa decisione ha rappresentato una grande occasione persa per la manutenzione straordinaria e l’ammodernamento delle reti idriche,” afferma il PD. Una gestione efficiente della rete idrica richiede un monitoraggio continuo per identificare i volumi d’acqua immessi e le pressioni di esercizio. Tuttavia, in Sicilia, è più comune acquistare acqua da privati e distribuirla tramite autobotti, con costi elevati per i cittadini, che pagano la tariffa idrica più alta d’Italia.
Le proposte del Partito Democratico
Nel comunicato, il Partito Democratico propone diverse soluzioni per affrontare la crisi:
1. Riduzione della tariffa idrica: L’onorevole Venezia ha presentato un ordine del giorno all’Assemblea Regionale Siciliana per ridurre la quota capitale della tariffa idrica destinata agli interventi infrastrutturali dal 31% all’1,82%. Questa misura, secondo il PD, “comporterebbe una riduzione immediata della tariffa idrica, un segno di attenzione verso i cittadini che subiscono continui razionamenti di un bene fondamentale.”
2. Ricerca e attivazione di nuovi pozzi: Il PD sostiene che questa proposta offrirà ai comuni dell’area sud dell’ennese l’opportunità di emanciparsi dalla principale fonte di approvvigionamento idrico attuale, l’ANCIPA, che ha ridotto la fornitura da 450 l/s a 100 l/s.
3. Dissalatori e riuso delle acque reflue: Per affrontare l’inarrestabile desertificazione dell’isola, il PD ritiene essenziale “progettare sistemi di desalinizzazione dell’acqua marina per ottenere acqua potabile e riutilizzare le acque reflue in agricoltura.”
La crisi idrica richiede la collaborazione tra tutte le istituzioni e le forze politiche, con il supporto e la pazienza dei cittadini. Il Partito Democratico conclude il comunicato dichiarandosi “pronto a fare la sua parte per superare definitivamente questa emergenza idrica.”