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Piazza Armerina – Emergenza ospedale Chiello: manca il personale medico previsto in organico

Piazza Armerina – Emergenza ospedale Chiello: manca il personale medico previsto in organico

È assoluta emergenza nell’organico dei medici dell’ospedale Chiello di Piazza Armerina. I medici in ortopedia, pediatria, anestesia e medicina scontano una situazione a dir poco massacrante, dovendo fare il proprio lavoro e anche quello delle altre figure.  Manca il personale medico  previsto in organico e i posti sono scoperti.
In ortopedia per mesi è stato presente un solo medico. E a breve la situazione, secondo quanto trapela, si riproporrà. In pediatria attualmente sono in servizio solo due medici e a breve andrà via il primario. In anestesia sono presenti due soli rianimatori da mesi. Se uno dei due parte per accompagnare un’emergenza verso un’altra sede, l’ospedale resta scoperto.

Medicina, tra i vari reparti è quasi un caso limite, perché la scopertura ha raggiunto il 50 per cento. E questo da circa tre mesi, dopo che un medico ha deciso addirittura di rassegnare le dimissioni di punto in bianco e andare via.
Negli ambienti sanitari si parla di una lettera dei medici della Medicina spedita al direttore generale dell’Asp Mario Zappia. In quattro, in pratica, starebbero facendo il lavoro di otto persone. Attualmente starebbero svolgendo i loro turni regolari, ma non solo.
Sarebbero impegnati nella cosiddetta “pronta disponibillità”, ovvero quella che un tempo si chiamava “reperibilità”. E in media farebbero molte più ore di quanto non sia previsto dal loro contratto.
Inoltre, sempre gli stessi medici, sarebbero impegnati nei trasporti dei pazienti del Pronto soccorso per le emergenze, il cosiddetto “trasporto secondario”, costretti a lasciare anche pazienti critici per andare a fare l’accompagnamento dei pazienti del Pronto soccorso.
In più si occuperebbero della geriatria, della lungodegenza, e dell’offerta specialistica degli ambulatori di cardiologia e di pneumologia. Tutto loro. E a breve inizieranno le ferie. Le ferie, va ricordato – perché spesso quando si parla di medici, l’opinione pubblica tende a non comprenderlo – sono un diritto insopprimibile.

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Di quella lettera si parla a Enna perché la richiesta è quasi elementare: il rispetto del contratto, il rispetto dei loro diritti. Specie considerato che i medici, senza averlo scelto, si ritrovano con un livello di stanchezza fisica e mentale ormai insostenibile. Il tutto, manco a dirlo, senza alcuna retribuzione aggiuntiva.
Chiedono di sostituire il medico che è andato via, di attenersi ai regolamenti, di non pretendere orari disumani, riservandosi ovviamente di adire le vie legali.
Di recente l’azienda ha richiamato lo spirito di sacrificio e di responsabilità dei medici. Ma non è certo cosa che può durare in eterno.

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