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Piazza Armerina – La società civile si mobilita contro i criminali che incendiano i boschi

Piazza Armerina – La società civile si mobilita contro i criminali che incendiano i boschi

La nota di Nicola Lo Iacono

Non servono pene più dure per i piromani, né la tecnologia che abbiamo al momento disponibile, né servono leggi speciali: è tutto inutile se si pensa che un semplice fiammifero, gettato tra i cespugli di una zona impervia di un’area boschiva, può innescare un incendio in grado di devastare ettari ed ettari di bosco. È uno di quei reati in cui è difficilissimo riuscire a prendere i criminali in flagranza di reato, lo testimonia il fatto che è rarissimo ascoltare nei telegiornali e leggere sui giornali notizie che annunciano l’arresto di piromani. E quindi? A parte attendere di avere accesso a satelliti spia che registrano ogni movimento sulla superficie terrestre o ai droni intelligenti che inseguono le auto con i piromani per il momento, messa da parte la “fantasicurezza”, non possiamo fare altro che rassegnarci. Non saranno certo lo sparuto numero di vigili urbani, di poliziotti o di carabinieri a impedire che i piromani si dedichino con meticolosa pazienza a ridurre in cenere tutti i nostri boschi.

 

Tenete conto che commissionare un incendio a qualcuno costa poche centinaia di euro e che potrebbero essere diverse le motivazioni, come ad esempio eliminare gli alberi e fare posto a pascoli o a campi per la produzione di energia solare o altri motivi. Le leggi ovviamente non lo consentono ma è anche vero che alle leggi possono applicarsi deroghe. Non voglio abbandonarmi alla dietrologia anche perché dobbiamo tenere conto che ci sono incendi che nascono perché innescati da piromani il cui unico scopo è godere del fuoco e della successiva distruzione e quelli che nascono da errori umani.



La sostanza è che è impossibile controllare tutto il territorio boschivo e chi avanza l’ipotesi di soluzioni miracolose o di leggi speciali fa solo demagogia se è un politico e fa solo chiacchiere da bar se è un cittadino comune. Esistono in realtà poche cose che possono farsi per tentare, quantomeno, di ridurre il fenomeno ma serve la collaborazione dei cittadini e soprattutto un impegno che superi ogni divisione politica. Come al solito anche a Piazza Armerina, in maniera molto stupida, si finisce per cercare i colpevoli additando il comune, la regione o il governo, la polizia, i vigili urbani, i carabinieri, ecc.: tutti discorsi che dimostrano la pochezza di alcune menti o il bieco tentativo di trarre profitto da quella che è una tragedia collettiva. Si vergogni chi deve vergognarsi e si dia da fare chi ha voglia veramente di difendere i boschi. La mia proposta è quella di creare un folto, se non foltissimo, gruppo di persone disposte a sacrificare qualche ora diurna e notturna per il controllo del perimetro esterno dei  boschi nel periodo estivo. Una proposta concreta ma , mi rendo conto, difficile da attuare anche se sono convinto che molti potrebbero trovare il tempo sottraendolo a quello che dedicano a scrivere cavolate sui social, a volte più dannose di un  fiammifero in mano ad un piromane. 


L’INIZIATIVA DI LEGAMBIENTE

Da giorni, Piazza Armerina è avvolta dalle fiamme, alimentate da mani criminali, che devastano boschi, attività agricole, abitazioni e la fauna locale. Gli incendi stanno causando danni irreparabili agli ecosistemi, mettendo in pericolo la vita dei cittadini e il futuro delle nuove generazioni. In risposta a questa emergenza, numerosi cittadini, indignati dalla situazione e dalla superficialità con cui viene affrontata, hanno deciso di agire.

Le iniziative dei volontari

Raccogliendo il grido di dolore e la richiesta di aiuto dei polmoni verdi della città, un gruppo di volontari e cittadini si è organizzato per una campagna di sensibilizzazione. La tre giorni di manifestazioni è iniziata venerdì a Piazza Garibaldi e prosegue oggi, sabato, a partire dalle 20.00 in Piazza Boris Giuliano. La conclusione è prevista per domenica mattina davanti all’ingresso della Villa Garibaldi. L’invito ai cittadini è di unirsi per dimostrare solidarietà e comunità condivisa, indispensabile per affrontare e risolvere i problemi.

Le parole di Legambiente

Legambiente ha rilasciato un comunicato stampa in cui denuncia la devastazione causata dagli incendi e la necessità di una risposta collettiva: “Non si può restare zitti e indifferenti, o dietro la tastiera, quando il fuoco minaccia il nostro futuro. Invitiamo i cittadini a raggiungerci per testimoniare un senso di comunità condivisa, perché solo con la condivisione e la partecipazione si possono affrontare i problemi e cercare soluzioni”. Il comunicato cita Franco Battiato per sottolineare la difficoltà di restare indifferenti di fronte alla devastazione: “Com’è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore. In quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore.” Il rumore, in questo caso, è quello degli elicotteri e dei canadair che da giorni solcano i cieli per combattere gli incendi.

 

leambiente

La foto principale dell’articolo è di repertorio

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