Nuovo studio sfida la metrica della felicità globale
Un recente studio dell’Università di Lund in Svezia mette in discussione l’efficacia della domanda utilizzata annualmente nel World Happiness Report per misurare la felicità globale. La ricerca suggerisce che la formulazione attuale della domanda potrebbe indurre le persone a pensare più a concetti di potere e ricchezza piuttosto che alla felicità vera e propria.
Il dibattito sulla misurazione della felicità
La domanda al centro dell’indagine globale, nota come The Cantril Ladder, chiede ai partecipanti di immaginare una scala da 0 a 10, dove il gradino più alto rappresenta la migliore vita possibile e quello più basso la peggiore. Tuttavia, il nuovo studio, che ha coinvolto 1.500 adulti nel Regno Unito, rivela che questa domanda evoca frequentemente immagini di ricchezza e potere.
August Nilsson, dottorando e primo autore dello studio, critica l’approccio attuale: “Il rischio è che stiamo misurando una forma di benessere orientata alla ricchezza e al potere, piuttosto che una definizione più ampia di felicità e benessere.”
Una nuova prospettiva sulla felicità
Modificando leggermente la formulazione della domanda, ad esempio chiedendo ai partecipanti di valutare “la vita più armoniosa” piuttosto che “la migliore vita possibile”, i ricercatori hanno notato un significativo spostamento nelle risposte, con minori associazioni a potere e ricchezza.
Lo studio sottolinea come la scala di Cantril tenda a riflettere più i livelli di reddito e lo status sociale rispetto ad altri parametri di benessere. Questi risultati suggeriscono la necessità di un approccio più maturo e variegato nella misurazione della felicità, che tenga conto delle differenze culturali e individuali nella percezione del benessere.
Implicazioni future per la ricerca sulla felicità
Nilsson auspica ulteriori ricerche in contesti internazionali, dato il carattere globale della questione. “È essenziale comprendere come le persone interpretano le domande sulla felicità. Non possiamo presumere che la felicità di una persona sia definita solamente dai ricercatori; deve emergere dalla stessa popolazione,” conclude Nilsson. Mentre la Finlandia e altri paesi continuano a dominare le classifiche di felicità, è cruciale interrogarsi sulle metriche usate per tali valutazioni e su come queste possano essere migliorate per riflettere più fedelmente il concetto di benessere autentico.
Serena Costa per StartNews