Tagli ai presidi ospedalieri ennesi, la protesta della Cgil. Conseguenze anche per il Chiello di Piazza Armerina
La decisione del governo Meloni di ridurre i fondi destinati ai presidi ospedalieri della provincia di Enna genera profonda preoccupazione tra i rappresentanti locali della CGIL.
Un taglio significativo
Secondo quanto emerso da uno studio dello Spi-Cgil regionale, il recente Decreto Legge 19/24, nell’ambito della revisione del PNRR, comporterebbe un drastico taglio di oltre 53 milioni di euro, fondi precedentemente destinati alla messa in sicurezza degli ospedali della provincia di Enna, compreso anche il Chiello di Piazza Armerina. Tale decisione viene definita dai segretari provinciali della CGIL, Malaguarnera, Di Vincenzo e Schilliro, come un “regalo di Pasqua avvelenato” per un territorio già fortemente provato. Sottolineano inoltre come questo taglio faccia parte di un ridimensionamento più ampio che vede la Sicilia perdere circa 139 milioni di euro, il 38% del totale dei fondi nazionali ridotti, con l’indifferenza del governo regionale.
Le reazioni
Di fronte alle assicurazioni, giudicate non convincenti, da parte di esponenti del centrodestra e del Ministro Fitto, i quali sostengono che i progetti previsti saranno finanziati con altre risorse, senza però specificarne la fonte, la CGIL ennese esprime un sentimento di sfiducia. I segretari provinciali chiedono chiarimenti, pronti a riconoscere eventuali smentite. Al tempo stesso, la CGIL locale si impegna a difendere il servizio sanitario pubblico, avviando iniziative per coinvolgere la comunità in difesa di un diritto considerato fondamentale.
Un impegno per la comunità
La battaglia della CGIL ennese si inserisce in un contesto di difesa dei diritti civili e della qualità dei servizi sanitari, in un territorio che ha già sofferto a causa di decisioni politiche ritenute inadeguate. I rappresentanti sindacali chiamano a raccolta la deputazione nazionale e regionale per un’azione congiunta a favore della sanità e del benessere dei cittadini di Enna, evidenziando l’importanza di un servizio sanitario efficiente e accessibile come diritto fondamentale.