In Sicilia senza occupazione un laureato su due, ma la domanda supera l’offerta
Il divario tra formazione terziaria e inserimento nel mondo del lavoro in Sicilia ha raggiunto proporzioni allarmanti, quasi raddoppiato negli ultimi cinque anni. Il presidente della Consulta regionale dei consulenti del lavoro, Maurizio Adamo, evidenzia la crescente difficoltà delle imprese siciliane nel reperire laureati adeguatamente preparati per le posizioni lavorative offerte. Questa situazione ha portato a un incremento significativo del tasso di disoccupazione tra i giovani laureati, con un laureato su due che non riesce a trovare impiego.
La scarsità di laureati, circa il 30% tra i giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni, ben al di sotto della media europea del 42%, rappresenta solo una faccia del problema. L’altra è costituita dalla preparazione offerta dai percorsi di studi, spesso non in linea con le richieste del mercato del lavoro e dalla mancanza di esperienza pratica. Secondo Adamo, è fondamentale riformare i corsi di laurea, rendendoli più interdisciplinari e aderenti alle rapide evoluzioni del mercato, enfatizzando l’importanza di competenze quali la flessibilità, il lavoro di squadra e la capacità di adattarsi alle nuove tecnologie.
Antonino Alessi, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo, sottolinea come l’avvento delle tecnologie digitali e la transizione verso l’economia verde stiano esacerbando il divario esistente. Le previsioni indicano una crescente richiesta di figure tecniche specializzate, con un rilevante aumento della domanda di competenze specifiche nel settore delle nuove assunzioni. Alessi evidenzia la necessità di investimenti in formazione adeguata e aggiornamento delle competenze per rendere i candidati più occupabili.
La situazione richiede un impegno concreto anche in termini di finanziamenti per le politiche attive del lavoro. Vincenzo Silvestri, presidente nazionale della Fondazione consulenti per il lavoro, lodando l’iniziativa dell’Università di Palermo nel finanziare tirocini curriculari, suggerisce di estendere simili misure per migliorare l’efficacia del rapporto tra università, Its e mercato del lavoro. L’obiettivo è formare professionisti dotati di competenze pratiche e esperienza, fondamentali per soddisfare le esigenze delle imprese locali.
In conclusione, per contrastare il divario formativo e lavorativo in Sicilia è necessario un approccio multidimensionale che coinvolga istituzioni educative, enti di formazione professionale e imprese. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile superare le sfide poste dal mercato del lavoro e garantire opportunità di impiego concrete ai giovani laureati dell’isola.