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L’indice della libertà di stampa nel mondo 2023: uno scenario preoccupante

L’indice della libertà di stampa nel mondo 2023: uno scenario preoccupante

L‘Indice della Libertà di Stampa nel Mondo del 2023, pubblicato da Reporters Without Borders (RSF) in occasione della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, il 3 maggio, offre uno sguardo dettagliato sullo stato del giornalismo globale. Secondo questo indice, che valuta l’ambiente per i giornalisti in 180 paesi e territori, la situazione è “molto grave” in 31 paesi, “difficile” in 42, “problematica” in 55 e “buona” o “soddisfacente” in 52. Ciò significa che oltre il 70% dei paesi ha condizioni da “problematiche” a “molto serie” per i giornalisti, evidenziando un contesto globale in cui solo il 30% dei paesi offre un ambiente “buono” o “soddisfacente” per il giornalismo.

La principale preoccupazione sottolineata dall’indice è l‘impatto devastante dell’industria dei contenuti falsi sulla libertà di stampa. In due terzi dei paesi analizzati, la maggior parte dei rispondenti ha riferito che gli attori politici erano spesso o sistematicamente coinvolti in campagne di massiccia disinformazione o propaganda. La distinzione tra vero e falso, reale e artificiale, fatti e artifici, sta diventando sempre più sfumata, mettendo a rischio il diritto all’informazione. Inoltre, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sta creando ulteriori danni, con piattaforme che agiscono come sabbie mobili per il giornalismo.

Questo indice rivela anche una volatilità notevole nelle condizioni di libertà di stampa, con significativi miglioramenti e peggioramenti in diversi paesi. Ad esempio, il Brasile ha registrato un aumento di 18 posizioni, mentre il Senegal ha subito una caduta di 31 posti, dimostrando come l’aggressività delle autorità e l’ostilità verso i giornalisti possano variare rapidamente. Inoltre, l’industria della disinformazione sta diffondendo contenuti manipolativi su vasta scala, minando chi incarna un giornalismo di qualità e indebolendo il giornalismo stesso.

In particolare, l’Europa, e in modo specifico l’Unione Europea, continua a offrire l’ambiente più sicuro per i giornalisti, nonostante anche in questa regione si registrino casi di violenza contro i giornalisti e arresti, come dimostrato dalla Germania, che è scesa di cinque posizioni. Al contrario, Paesi come la Polonia e la Francia hanno mostrato miglioramenti. Il caso dei Paesi Bassi è emblematico: dopo un drastico calo nel ranking l’anno precedente, dovuto a crescenti aggressioni contro i giornalisti e all’omicidio dell’investigativo Peter R. de Vries nel 2021, il Paese è risalito notevolmente grazie a iniziative come PersVeilig, che mirano a rafforzare la posizione dei giornalisti contro violenze e aggressioni.

La situazione globale della libertà di stampa nel 2023, quindi, rimane complessa e sfaccettata, con progressi in alcuni paesi e gravi regressi in altri. L’industria dei contenuti falsi e l’instabilità politica rappresentano sfide significative che richiedono un impegno costante per proteggere e promuovere il giornalismo libero e indipendente a livello mondiale.

In Italia, l’Indice della Libertà di Stampa 2023 colloca il paese al 41° posto su 180, con un punteggio di 72.05, segnando un miglioramento rispetto all’anno precedente dove era classificato 58° con un punteggio di 68.16. La libertà di stampa in Italia è influenzata da vari fattori, tra cui la minaccia del crimine organizzato e di gruppi estremisti violenti, specialmente al sud. Nonostante il paesaggio mediatico italiano sia sviluppato e diversificato, i giornalisti talvolta si autocensurano per vari motivi, inclusa la paura di ritorsioni. La legislazione sulla diffamazione, ancora non decriminalizzata, e la dipendenza economica dei media da pubblicità e sussidi statali sono tra i principali ostacoli alla libertà di stampa.

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