Piazza Armerina – Il direttore del Parco Archeologico, arch. Calascibetta: “Con me visita alla Villa più inclusiva”
La Villa Romana del Casale, gioiello patrimonio dell’UNESCO situato nel cuore della Sicilia, è pronta a inaugurare, attraverso l’utilizzo delle tecnologie, una nuova era di inclusività e innovazione. L’architetto Liborio Calascibetta, al termine del suo mandato come Direttore del Parco Archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, annuncia con orgoglio alcune innovazioni realizzate lo scorso anno, che mirano a rendere il sito ancora più accessibile e fruibile.
Vedere/Immaginare: l’arte vista da chi non vede, è il titolo del documentario ideato e condotto dal rinomato fotografo Oliviero Toscani. Questo progetto pionieristico offre un’esperienza sensoriale unica, permettendo anche ai non vedenti di “vedere” attraverso le descrizioni vivide e le narrazioni empatiche.
APP per ipovedenti e APP per non udenti: queste due applicazioni sono state sviluppate per facilitare la visita del sito archeologico. Le app sfruttano le più recenti tecnologie per assicurare che tutti, indipendentemente dalle proprie abilità sensoriali, possano godere della ricchezza storica e culturale che la Villa Romana del Casale ha da offrire.
L’impegno verso l’accessibilità si concretizza ulteriormente con il Progetto di digitalizzazione del Museo Archeologico di Aidone. Questa iniziativa permetterà agli utenti di esplorare le collezioni del museo in modo interattivo, superando le barriere fisiche che limitano l’accesso al patrimonio culturale.
Per la presentazione di queste iniziative e il commiato del direttore è stata programmato un incontro a Palazzo Trigona, Museo della Città e del Territorio, oggi, lunedì 29 gennaio 2024, alle ore 16:30. Con queste mosse strategiche, la regione Siciliana e la direzione del parco dimostrano un forte impegno verso la promozione della cultura in modo inclusivo, aprendo nuovi orizzonti nell’ambito dell’accessibilità museale e archeologica.
Questi progetti sono il risultato di un lavoro di squadra e di una visione che pone al centro il valore dell’inclusività, dimostrando che la cultura è un diritto di tutti e che la tecnologia può essere una chiave potente per aprire le porte della storia a chiunque.