Al Garibaldi di Piazza Armerina il film “WISH”
“Wish” si pone come un rinnovato classico Disney, arricchendo la tradizione fiabesca con una storia affascinante e piena di implicazioni. Il film evita le derive kitsch, offrendo numeri musicali e coreografie di alta qualità che avanzano l’azione in maniera coerente. Interessante è l’approccio critico verso il sogno americano, dove si esplorano più le sue insidie che le sue glorie.
La pellicola, diretta da Chris Buck e Fawn Veerasunthorn, ha suscitato preoccupazioni iniziali in Ianex, temendo potesse seguire le orme di produzioni Disney meno convincenti come “Frozen 2” o “La sirenetta”. Tuttavia, “Wish” si distingue come uno dei migliori film d’animazione degli ultimi anni, evitando certi schemi Pixar ormai visti come pedanti e ideologici.
Il film è un’astuta fiaba sul potere, dove un monarca esaudisce i desideri dei suoi sudditi, attirando migranti in una sorta di terra promessa. Questa rilettura di “Il Mago di Oz” presenta un ribaltamento dell’American Dream, con riferimenti a figure come Donald Trump. In termini di narrativa, “Wish” offre una storia coinvolgente, un villain sfaccettato, una protagonista realistica, e un musical con brani intriganti e coreografie ben integrate nella trama.
La colonna sonora di Metzger-Michaels alterna elementi sinfonici e contemporanei, arricchendo la storia con un mix visivo di animazioni delicate e computer grafica avanzata. Il film, pur affrontando temi maturi, rimane accessibile e coinvolgente per un pubblico di tutte le età, rendendolo un’esperienza unica sia per i bambini che per i genitori.
In conclusione, “Wish” va oltre le aspettative classiche dei film Disney, proponendo una riflessione profonda sul potere e il consenso in una società sempre alla ricerca di nuovi desideri. Queste implicazioni sono ben integrate in una storia con un forte impatto visivo e musicale, che non manca di coinvolgere e intrattenere lo spettatore.
Lucia Sansone