L’Arma dei Carabinieri ha celebrato la propria Patrona, la Virgo Fidelis
Anche nella Provincia di Enna l’Arma dei Carabinieri ha celebrato la propria Patrona, la Virgo Fidelis, l’82° anniversario della Battaglia di Culqualber e la “Giornata dell’orfano”.
Nel capoluogo, presso la Chiesa di San Leonardo in Montesalvo è stata officiata da Frà Domenico Gulioso una Santa Messa a cui ha presenziato una rappresentanza dei carabinieri in servizio ed in quiescenza dell’A.N.C..
Analoghe celebrazioni si sono tenute a cura delle rispettive Compagnie Carabinieri a Nicosia, presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore, e a Piazza Armerina, nella chiesa di Sant’Antonio.
Al termine della funzione nel capoluogo, il Colonnello Angelo Franchi, Comandante Provinciale di Enna, nel ringraziare i Frati francescani del Convento di Montesalvo per l’ospitalità e il Prefetto di Enna, Maria Carolina Ippolito, il Questore, Corrado Basile, e il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza. Colonnello Fulvio Marabotto, per la loro partecipazione, ha evidenziato l’importanza della giornata in cui di fatto l’Arma celebra ben tre aspetti: religioso, storico e sociale.
La “Virgo Fidelis” divenne Patrona dell’Arma dei Carabinieri l’11 novembre 1949, data di promulgazione del Breve relativo di Papa Pio XII, che in tal senso aveva accolto il voto unanime dei cappellani militari dell’Arma e dell’Ordinario Militare per l’Italia. Il titolo di “Virgo Fidelis” era stato sollecitato in relazione al motto araldico dell’Arma “Nei secoli fedele”. L’8 dicembre 1949 Papa Pio XII, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis” Patrona dei Carabinieri”, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, giorno in cui si ricorda nella Chiesa la Presentazione di Maria Vergine al Tempio.
Infatti oltre alla Virgo Fidelis viene ricordata la conclusione della battaglia di Culqualber a seguito della quale l’Arma dei Carabinieri ricevette una Medaglia d’oro al Valore Militare. Battaglia che ebbe inizio il 6 luglio del 1941 e si concluse dopo quattro mesi, il 21 novembre. Fu l’atto finale della presenza italiana in Africa Orientale, durante il quale il contingente oppose resistenza all’avanzata inglese, i combattimenti ebbero esiti alterni, con posizioni perdute e riconquistate a prezzo di gravi perdite, e con la pressante minaccia del taglio dei rifornimenti per la penetrazione avversaria fra le linee difensive. L’esito si ebbe fra il 18 e il 21 novembre, quando l’aviazione inglese, con oltre cinquanta velivoli, prese d’assalto gli elementi difensivi del caposaldo: prima bombardato, poi investito da nord e da sud da non meno di 20mila assalitori, il Gruppo Carabinieri fu infine costretto a cedere, dopo aver lasciato sul campo innumerevoli vittime. Alcuni superstiti si ritirarono a Gondar, contribuendo a un’estrema difesa conclusasi il 27 novembre successivo con la caduta del presidio, che segnò la fine della guerra in Africa Orientale.
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