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Le zone umide della Terra sono in pericolo: il 20% è scomparso in 300 anni

Le zone umide della Terra sono in pericolo: il 20% è scomparso in 300 anni

Le zone umide sono tra gli ecosistemi più ricchi e importanti del pianeta. Ospitano una grande varietà di specie animali e vegetali, contribuiscono a regolare il ciclo dell’acqua e del carbonio, forniscono cibo e materie prime, proteggono dalle inondazioni e dalle siccità. Eppure, sono anche tra gli ecosistemi più minacciati e trascurati. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature ha quantificato per la prima volta l’estensione e il cambiamento delle zone umide globali negli ultimi 300 anni, usando una combinazione di dati storici, archeologici, satellitari e modelli climatici.

I risultati sono allarmanti: la Terra avrebbe perso fino al 20% delle sue zone umide dal 1700 ad oggi, passando da circa 6 milioni di chilometri quadrati a meno di 5 milioni. La maggior parte di questa perdita si sarebbe verificata nel XX secolo, a causa dell’intensificazione dell’agricoltura, dell’urbanizzazione, dello sfruttamento delle risorse idriche e dei cambiamenti climatici. Le regioni più colpite sono state l’Europa, il Nord America, l’Asia orientale e l’Australia. Al contrario, alcune zone umide si sono espanse in aree aride e semi-aride, grazie all’irrigazione artificiale e alle precipitazioni aumentate. Tuttavia, queste nuove zone umide non compensano la perdita di quelle naturali, sia in termini di superficie che di qualità.


La riduzione delle zone umide ha conseguenze negative sia per la biodiversità che per i servizi ecosistemici che esse forniscono. Le zone umide sono infatti habitat fondamentali per molte specie di uccelli, pesci, anfibi, insetti e piante, alcune delle quali endemiche o a rischio di estinzione. Inoltre, le zone umide svolgono un ruolo chiave nel sequestro del carbonio, nella depurazione dell’acqua, nella ricarica delle falde acquifere, nella prevenzione dell’erosione e nella mitigazione degli impatti dei fenomeni estremi.

Lo studio pubblicato su Nature lancia un forte appello alla conservazione e al ripristino delle zone umide, considerando il loro valore ecologico, sociale ed economico. Gli autori suggeriscono di adottare misure di gestione sostenibile delle risorse idriche, di ridurre le emissioni di gas serra, di promuovere pratiche agricole compatibili con la salvaguardia delle aree paludose e lacustri, di coinvolgere le comunità locali nella tutela delle zone umide e di monitorare costantemente il loro stato e il loro cambiamento. Solo così si potrà garantire il futuro delle zone umide e dei benefici che esse offrono all’umanità e alla natura.

B.L.

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