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La Pasqua in Sicilia

La Pasqua in Sicilia

“La Pasqua in Sicilia”. E’ il titolo del libro, editato da Bonfirraro di Barrafranca e scritto a quattro mani dai docenti Francesco Luca Ballarò e Francesco Daniele Miceli. Il saggio, la cui prefazione è stata curata dall’Architetto William Gaetano Tornabene, Referente della Sicilia per la Confederazione Nazionale delle Confraternite d’Italia, tratteggia le manifestazioni della Settimana Santa che si svolgono ogni anno in centinaia di comuni della Sicilia. Il libro è stato presentato nei giorni scorsi presso la Sala Cerere del Comune di Enna. La presentazione, che è stata moderata dalla giornalista Angela Montalto, ha visto anche la partecipazione, oltre che degli autori, appunto, di William Gaetano Tornabene, del Presidente del Collegio dei Rettori delle Confraternite Ennesi, Mario Cascio, dell’editore Salvo Bonfirraro e di Andrea Galizia, presidente di “Rubrica Sicilia”.

Nel saggio, la cui lettura è accattivante e che si legge “tutto di un fiato”, gli autori descrivono puntualmente gli eventi che si celebrano nelle varie realtà della Sicilia, più di 173, sottolineando come gli stessi abbiano come corollario, il coinvolgimento, al quale ci si approccia, come spiegato da Ballarò, attraverso i cinque sensi, la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto e il gusto. La vista per la ricchezza dei colori intrisi di significato e di simbolismo che caratterizzano sia l’abbigliamento dei confrati, sia le varie “Vare” che vengono portate in processione. L’udito, che percepisce le note della Bande Musicali che accompagnano ogni evento. Il Tatto “in cui attori, attraverso gesti e apparati scenici mettono insieme la Passione di Cristo”. L’olfatto, caratterizzato dall’odore dell’incenso che caratterizza le varie funzioni liturgiche. Il gusto, attraverso le prelibatezze e gli specifici cibi rigorosamente siciliani e tipici di ogni centro. Ma al centro di tutto vi è la fede, che sarebbe troppo, molto riduttivo, ridurre a “pietà popolare”.

E’ un sentimento religioso molto forte, fatto di promesse ex voto, di intima ricerca e rapporto con il Cristo che nasce, si annichilisce e muore drammaticamente e indegnamente, giustiziato con il mezzo più umiliante del tempo, la croce, riservata ai ladri e agli assassini, e poi risorge, trasformando questo assurdo strumento di morte nel mezzo più importante per la Salvezza Eterna. Ma la settimana Santa è un momento fatto anche di richieste, come il recupero della salute perduta, dell’amore del proprio coniuge, della concretizzazione di un posto di lavoro. E’ proprio questo il vero senso di essa e delle altre manifestazioni religiose in Sicilia, ma oseremmo dire, in tutto il mondo. E’una ricerca della “presenza” del Creatore, che si manifesta anche attraverso le sacre processioni.

“Il testo – scrive Tornabene – invita, con passione contagiosa, alla scoperta, alla conoscenza e alla valorizzazione di un patrimonio storico, artistico, culturale e di fede…”. E sono, difatti, migliaia i protagonisti che assistono o partecipano a questi eventi: turisti, fedeli, sacerdoti e perfino vescovi. Inizialmente, ovvero fino a qualche anno fa, veniva attribuito, con avarizia di giudizio, un ruolo meramente folkloristico a queste manifestazioni, ma oggi esse sono intrise di un cammino ecclesiale che è caratterizzato dalla partecipazione della maggior parte dei confrati e dei loro familiari, a momenti di catechesi e di formazione nelle parrocchie. E nelle rettorie, che tendono a dare ad ogni fedele, i rudimenti di una formazione religiosa e teologica. E così se fino a qualche tempo fa i confrati erano distanti dalla Chiesa, oggi ne sono divenuti parte integrante e sono coinvolti, offrendo servizi di portata non indifferente, dai vari parroci, nella varie “Pastorali”.

Dunque è utilissimo, leggere, “divorare” questo libro, perché trasmette al lettore, il valore non soltanto esteriore ma intimo, dell’importanza dei vari riti che si susseguono durante la Settimana Santa. Un’ultima ma non meno importante riflessione che virgolettiamo poiché suggeritaci dal Prof Francesco Luca Ballaró: “L’elemento che unisce le 173 forme di pietà popolare analizzate é senza dubbio l’Addolorata. In una regione che storicamente ha visto la donna ai margini della società per tanto, troppo tempo, la Madre dolorosa é la protagonista indiscussa. nel suo ancestrale dolore donne, mogli e madri hanno trovato spazio. Ma é , secondo la riflessione degli autori, anche emblema della Sicilia ,terra desolata e devastata tante volte, ma che guarda sempre avanti con occhi di speranza”

Mario Antonio Pagaria

 

 

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