L’Italia in ritardo sul Pnrr: l’Europa si innervosisce, 19 miliardi in bilico e tensioni tra ministeri e comuni
L’Italia continua a registrare ritardi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), e l’Europa comincia a mostrare segni di inquietudine. Ci sono ben 19 miliardi di euro per gli obiettivi del 2022 in attesa di essere sbloccati, e il governo Meloni intende presentare una richiesta di modifica al progetto entro la fine di aprile. Tra le modifiche proposte, il governo punta a rafforzare il progetto RepowerEu, con nuove risorse per l’indipendenza energetica dell’Italia.
A tre mesi dall’inizio del 2023, tuttavia, le opere previste dal Pnrr sembrano già in difficoltà, e le responsabilità vengono rimbalzate tra ministeri e comuni. La valutazione ufficiale dell’Unione Europea sui progressi italiani arriverà solo dopo il 30 giugno, ma i target e le milestone dello scorso anno risultano conclusi soltanto sulla carta.
Proprio a giugno, l’Italia dovrà raggiungere altri 15 obiettivi, tra cui gli appalti pubblici per lo sviluppo di stazioni di riferimento a base di idrogeno e l’adozione di norme sulla digitalizzazione e il cloud per la Guardia di Finanza e la Pubblica Amministrazione. Per garantire l’accesso ai fondi europei, il Paese dovrà dimostrare di aver compiuto progressi sostanziali in questi settori.
Il ritardo nell’attuazione del Pnrr mette a rischio non solo l’erogazione dei fondi, ma anche la credibilità del governo Meloni sul fronte europeo. L’Unione Europea, infatti, osserva con crescente preoccupazione la situazione italiana e i ritardi nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.
In questo contesto, il governo si trova a dover gestire sia la pressione dell’UE, sia le tensioni interne tra ministeri e comuni, e dovrà dimostrare di essere in grado di accelerare i tempi e rispettare gli impegni assunti per rilanciare l’economia e garantire un futuro sostenibile al Paese.
B.L.