Il ddl Anziani è legge: cosa cambia con la nuova norma sull’invecchiamento attivo
La Camera dei Deputati ha approvato il ddl Anziani, una legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane. La legge prevede una riforma ampia che riguarda sia gli obiettivi dell’ultima legge di bilancio sia le persone anziane non autosufficienti. Il governo Meloni ha un anno di tempo per attuare le modifiche previste dalla legge, che comprendono:
Creazione dei Punti unici di accesso (Pua) per semplificare le procedure di valutazione dell’autosufficienza degli anziani e definire il Progetto assistenziale individualizzato (Pai).
Nascita del comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (Cipa) per coordinare le diverse parti del governo nella gestione delle politiche per gli anziani.
Adozione di misure per promuovere l’invecchiamento attivo e l’inclusione sociale delle persone anziane, tra cui l’attività fisica, il rapporto con animali domestici e forme di coabitazione solidale tra anziani e di coabitazione intergenerazionale.
Estensione della sanità preventiva presso il domicilio delle persone anziane grazie alla rete delle farmacie territoriali in collaborazione con gli erogatori di servizi sociosanitari.
Riconoscimento del diritto degli anziani a ricevere cure palliative domiciliari e in hospice, e integrazione dei servizi di assistenza domiciliare.
Sperimentazione di una prestazione universale graduata secondo lo specifico bisogno assistenziale, erogabile sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona.
La maggioranza esulta per la legge, che considera un cambiamento radicale nell’approccio dello Stato rispetto alle persone anziane, mentre le opposizioni sottolineano i limiti della norma, tra cui la mancanza di risorse, il riconoscimento della figura del caregiver e l’individuazione di criteri chiari per l’accreditamento di soggetti pubblici e privati che erogano servizi domiciliari di cura e assistenza.