A Enna una reliquia del Beato giudice Rosario Livatino
La mafia non si combatte soltanto con le manette, nonostante ci vogliano anche queste. La mafia si combatte anche e soprattutto con la santità e con il perdono. Un grande santo, per adesso beato, il giudice Rosario Livatino, barbaramente assassinato da cosa nostra, dai mafiosi. La sua reliquia, ovvero la camicia insanguinata, sta per giungere a Enna, prima presso il carcere e dopo al Tribunale.
La manifestazione, che si svolgerà mercoledì prossimo, è stata voluta dal cappellano del carcere e parroco di San Giovanni, don Giacomo Zangara che ha dichiarato: “Questo incontro in prossimità della Pasqua sia un momento di riflessione. Abbiamo voluto la presenza della reliquia di un uomo che nella ordinarietà della vita è diventato testimone della fede fino a dare la vita stessa”. E va ricordato che presso il Tribunale di Enna, dove l’allora procuratore Salvatore Cardinale, con il contributo del comune, il cui sindaco era l’On Rino Ardica, e della locale ANM fece collocare nell’atrio, un busto del martire della barbarie mafiosa.
E va ricordato che il presidente Cardinale che oggi è ombudsman all’Università Kore aveva un particolare legame di amicizia con il giudice Livatino perché avevano, insieme, per alcuni anni, lavorato, gomito a gomito presso la Procura di Agrigento. Oltretutto, il procuratore Cardinale, è stato un magistrato che, nel periodo in cui si trovava a Enna, faceva, a chi scrive, delicate dichiarazioni contro l’ingerenza di cosa nostra negli appalti pubblici, quindi anche lui ha una particolare sensibilità nella lotta alla criminalità mafiosa.
La manifestazione interessa anche gli alunni dell’istituto Colajanni , rappresentato dalla preside, prof Silvia Messina e si concluderà in Tribunale, con la presenza del presidente dott. Cesare Zucchetto e del procuratore della repubblica, dott Massimo Palmeri. La Santa messa sarà presieduta dal vescovo di Nicosia, Mons. Giuseppe Schillaci. È una manifestazione molto importante per la città di Enna, dove va ricordato, il passato presidente della commissione regionale antimafia, on Claudio Fava ha dichiarato che nel capoluogo è stato presente anche il sistema Montante.
Ad accogliere la reliquia, oltre ai detenuti, il direttore del carcere dottoressa Gabriella Di Franco e il dirigente della Polizia Penitenziaria, dott. Marco Pulejo. Già si sono preparati i detenuti a questo incontro approfondendo la figura del giudice che giudicava con umanità, secondo le indicazioni della dottoressa Elena D’amore responsabile dell’area educativa.
Mario Antonio Pagaria