Elezioni a Piazza Armerina – E’ possibile che il 30% dell’elettorato decida chi entrerà nella Sala delle Luci da sindaco.
Partiti, movimenti, singoli individui, iniziano le grandi manovre per costruire la loro proposta politica con la quale si presenteranno agli elettori nella prossima primavera, durante la corsa per l’elezione del nuovo sindaco di Piazza Armerina. Dato per certo che, come in ogni competizione elettorale che ha per oggetto l’elezione del Primo Cittadino, assisteremo ad uno spettacolo, tutto sommato, divertente e ricco di colpi di scena, resta il grande problema, per alcuni cittadini, di scegliere la coalizione da votare e il candidato a sindaco da sostenere. La mia personale idea è che esista, al netto dell’astensionismo, un buon 70% degli elettori piazzesi che voteranno per interessi diversi da quelli delle città. In gran parte sono individui legati da vincoli famigliari o di altra natura ai candidati, dipendenti di aziende condizionati dal datore di lavoro o appartenenti ad associazioni il cui destino dipende da scelte comunali.
E’ proprio da questi “voti certi” che si parte per conteggiare la forza di una coalizione politica, ognuno farà il proprio compitino sapendo che la vittoria è incerta e che, qualora si superi il primo scoglio del confronto, occorrerà fare ricorso a tutti i trucchi del mestiere per uscire vincitori dalla competizione. Col rischio, come è accaduto cinque anni fa, che a imporsi sia l’outsider di turno.
Come in ogni elezione ci sarà un 30% dell’elettorato non manipolabile e in grado di condizionare il risultato. E’ con questa parte di cittadini che chi vuol fare il sindaco dovrà fare i conti. Questo 30% è composto da appartenenti al ceto medio, con una buona cultura ed una buona capacità d’analisi. Sono abbastanza informati, seguono i social e amano partecipare alle scelte della città.
La loro attenzione si concentrerà sia sulle persone che sul programma elettorale, cerando di scorgere all’interno dei vari progetti politici degli obiettivi che diano una speranza di crescita alla città. Per loro il programma sarà dunque fondamentale per capire verso chi indirizzare il voto, perché sanno perfettamente che le parole non bastano, ma anche che è con la parola che si esprimono le idee ed è proprio dalle idee che nascono i fatti.
Dei programmi parlerò in un prossimo articolo ma va notato subito che è fondamentale che i partiti si rivolgano agli elettori con chiarezza. La politica, per essere credibile, deve prendersi degli impegni precisi, individuando obiettivi raggiungibili in tempi adeguati e strategie realizzabili con le risorse disponibili. Partiamo da qui.