Elezioni a Piazza Armerina: candidati a sindaco in cerca di alleanze, voti e strategie.
Il bollettino che contiene i nomi dei presunti candidati a sindaco dell Città dei Mosaici continua ad animare i discorsi che si svolgono per le strade e nei bar. Non c’è giorno in cui non venga fatto un nome nuovo, da aggiungere ad una rosa che ormai sfiora i dieci candidati pronti a sfidare il sindaco uscente, Nino Cammarata. Non mi soffermerò su questi nominativi perché ogni singola partecipazione non può ancora essere confermata, in quanto la decisione di candidarsi dipende molto dalle alleanze che riusciranno a costruirsi nei prossimi mesi, alleanze che, anche se annunciate, molto spesso nascono al mattino e terminano la sera. Anche i candidati che hanno ufficializzato la loro partecipazione non sfuggono a questo “principio di indeterminazione”. Ricordo ancora il caso di Teodoro Ribilotta che il giorno prima della presentazione delle liste nel 2008 era candidato ufficiale e il giorno dopo dichiarò di aver accettato la proposta del candidato Nigrelli come vicesindaco.
Cosa determini questo tipo di accordi tutti lo sanno ma nessuno lo dice. Tanto per parlare chiaro: al centro delle discussione in questa fase non ci sono gli interessi della città né la programmazione futura dello sviluppo dell’economia locale, ma soltanto la spartizione delle cariche politiche e l’individuazione degli interessi comuni. Nulla di scandaloso, è la normalità. Il problema viene dopo, quando questi vari progetti arriveranno a maturazione e occorrerà fornire una veste ufficiale, chiamata programma elettorale, ad un disegno politico che si basa su accordi che solo marginalmente sono nati su obiettivi di sviluppo sociale ed economico.
Cammarata giocherà la carta della continuità mentre i suoi concorrenti avranno a disposizione due tattiche: la prima, istintiva, ma poco produttiva, sarà quella di attaccare l’attuale amministrazione per quello che ha realizzato e per quello che non ha realizzato e i competitor per il loro passato. La seconda consiste nel concentrarsi a parlare del proprio progetto, del futuro di Piazza Armerina, dei suoi punti di forza e di debolezza. Questa seconda tattica è difficile da mettere in pratica perché occorrono doti e conoscenze non comuni. Certo, la si può simulare presentando un libro dei sogni, ma alla fine solo elettori molto creduloni e poco attenti potrebbero essere influenzati. In realtà, come è ovvio intuire, i candidati tenteranno di dare un colpo al cerchio ed un colpo alla botte, tentando di mediare le due strategie. Molto fumo e un po’ di scadente arrosto.
Tenuto conto dei nomi che si fanno in giro, vecchie volpi della politica locale, temo che vedremo una campagna elettorale molto accesa ma che alla fine non saprà darci indicazioni concrete sul futuro della città a meno che nel frattempo qualcuno con idee fresche e giovani non sappia costruire intorno a se un minimo di consenso o qualcuno dei tanti candidati, tutti i candidati, non decida di rivedere le proprie idee su come fare politica, mi sembra che il futuro di questa città non possa cambiare di molto rispetto al presente.
C’è comunque una grande novità con cui occorrerà fare i conti rispetto alle elezione di cinque anni fa: in questa campagna elettorale, come è accaduto per le regionali di quest’anno, avrà un peso determinante Internet con i suoi social media. Chi tra i candidati su questi sistemi di comunicazione darà una rappresentazione adeguata delle sue idee avrà, come è ampiamente testimoniato da migliaia di casi, un buon vantaggio sui competitor. Non è una questione di quantità, non si avvantaggerà chi inserisce più post, ma chi saprà meglio strutturare la comunicazione su internet a cui ormai il 90% dei cittadini è collegato 24 ore su 24.
Ci risentiremo presto per parlare dei libro dei sogni… e degli incubi.
Nicola Lo Iacono