Giubileo Mimmo Cardaci e Piero Valenti
Enna. Celebrato ieri, solennemente in duomo, con una messa presieduta dal formatore diocesano, dei diaconi, don Angelo Lo Presti, il giubileo dei noti diaconi permanenti Piero Valenti e Mimmo Cardaci. Avrebbe dovuto celebrare il vescovo monsignor Rosario Gisana, il quale, purtroppo, ha dovuto dare forfait all’ultimo momento, a causa di un improvvisa indisposizione. A concelebrare, il vicario foraneo, don Giuseppe Fausciana e i parroci di San Bartolomeo e San Biagio, don Sebastiano Rossignolo e don Giuseppe Petralia.
La celebrazione è stata animata dalla corale di San Biagio. Visibilmente emozionato don Angelo Lo Presti, la cui omelia, imperniata sul significato delle povertà evangeliche e sul diaconato, come tutte le sue omelie, è stata caratterizzata dalla semplicità e dalla concretezza che non prescindono dall’evidenziazione dei contenuti teologici essenziali. Non a caso Lo Presti si occupa dei diaconi, poiché, va ricordato, presso la parrocchia “Mater Ecclesiae” della quale è parroco, è scaturita l’attività missionaria del noto medico Cristina Fazzi. Lo Presti ha sempre avuto una particolare propensione verso i poveri e su questa falsa riga, il vescovo Gisana, volendo imprimere al diaconato l’indirizzo che gli è proprio per antonomasia, cioè quello del servizio verso i poveri, ha scelto come suo formatore, un parroco di prossimità e di servizio, qual è appunto don Lo Presti.
Sono passati 25 lunghi anni da quando il compianto vescovo di Piazza Armerina, monsignor Vincenzo Cirrincione, volle dare, seguendo i canoni della Chiesa, un nuovo indirizzo alla vita diocesana, aprendola, di fatto, con l’ordinazione di due uomini sposati, alla partecipazione attiva dei laici, come sancito dal Concilio Vaticano II. Piero e Mimmo, ad Enna, così come in tutta la diocesi armerina rappresentano un’istituzione. In questi 25 anni sono stati sempre presenti nella realtà ecclesiale della forania ennese, coadiuvando, in un periodo, qual è quello attuale, caratterizzato, a causa delle carenze vocazionali, dalla esiguità di sacerdoti, i pochi parroci rimasti in città. Va ricordato, come ha sottolineato don Angelo Lo Presti, che Papa Francesco ha particolarmente a cuore il ministero del diaconato, tant’è che per significare questa sua sensibilità, ha voluto, il primo giovedi santo dopo la sua elezione, compiere la lavanda dei piedi indossando la stola da diacono. La parola diacono deriva dal greco antico “diákonos”, che in italiano significa “servitore” o “cameriere”.
E il ruolo dei diaconi, è appunto quello di servire la comunità. In diocesi, l’ordinario Rosario Gisana, in piena sintonia con le linee guida del Papa, ha voluto valorizzare le figure diaconali, affidando loro la guida della Caritas diocesana, della quale ha avocato a sé il ruolo di direttore, per sancire l’attenzione verso i poveri e gli ultimi. Piero e Mimmo sono parte, in tutto questo, come ha voluto precisare Piero Valenti, di “Un progetto non certamente umano” e sono inseriti in una “Chiesa che deve necessariamente adeguarsi alla mutazione dei tempi”.
Il loro è un ministero del “nascondimento”, della “piccolezza”. Va ricordato che uno dei più grandi santi della Chiesa, Francesco di Assisi, non volle mai diventare sacerdote, non per superbia, ma perché non si sentiva degno di tale ruolo. Egli aveva una grande venerazione verso i sacerdoti ma volle rimanere diacono, ovvero “servo”. “Ripetiamo di nuovo il nostro “si” al servizio del Signore e dei poveri in diocesi”. Queste le poche parole di Mimmo Cardaci quando gli abbiamo chiesto una dichiarazione. Poche parole che dicono tutto. Presenti alla celebrazione tutti i diaconi della diocesi, tra i quali l’altro ennese, ordinato da pochi anni, Salvatore Orlando. Ricordati, infine, non senza commozione, i tre diaconi permanenti prematuramente scomparsi negli ultimi anni.