Randagismo: aggredito un bambino. L’amministrazione comunale: “contro il fenomeno fatto il possibile”
Questa mattina, nella centralissima piazza Generale Cascino di Piazza Armerina, un bambino è stato aggredito e morsicato da un cane randagio che da tempo, in compagnia di altri cani, staziona stabilmente dalle parti del monumento al famoso generale piazzese. A parte lo spavento e qualche escoriazione, riportata da una caduta mentre tentava di sfuggire all’animale, il bambino sembra stia bene anche se difficilmente dimenticherà l’aggressione subita.
Quello dei cani randagi è un problema che assilla Piazza Armerina da anni e i numeri sono chiari: decine di aggressioni e decine di cani in giro per la città. «Le soluzioni al problema sono note a tutti – fa sapere un portavoce dell’amministrazione comunale – vanno eseguiti cicli di sterilizzazioni per evitare sia la riproduzione incontrollata che la formazione di branchi attorno ad una o più femmine, inoltre è necessario non alimentare i cani per evitare che diventino animali stanziali e facciano rifermento a precise zone della città, creando così gruppi pericolosi per l’uomo. Chi vuol fare del bene ai cani può sempre adottarli, così come hanno fatto centinaia di famiglie che si sono rivolte alle associazioni locali o al canile. Solo lo scorso anno gli italiani hanno adottato ben 300 cani randagi salvati e custoditi nei canili piazzesi”.
«Invitiamo i cittadini – continua il portavoce – ad non utilizzare le proprie pagine Facebook per denunciare la presenza di branchi. Tali denuncie difficilmente arrivano sul tavolo degli uffici preposti al controllo e all’intervento. Le sterilizzazioni dei cani sono state attivate in accordo con l’ASP di Enna e 82 cani si trovano attualmente nel canile dopo varie operazioni di accalappiamento. Oltre 40 animali si trovano presso spazi gestite da varie associazioni»
«Si è voluto speculare – conclude il portavoce – sull’ordinanza emessa dal sindaco contenete il divieto di alimentare i cani randagi affermando che sarebbe un modo per affamare gli animali e farli soffrire. In realtà non si tratta di un metodo cruento ma di una pratica di buon senso per tentare di conciliare la necessità di tutelare l’incolumità dei cittadini con quella di proteggere i nostri amici a quattro zampe. E’ per questo motivo che invitiamo ancora una volta i nostri concittadini che possono farlo a prendere in considerazione l’idea di adottare un cane, portarlo a casa e curarlo amorevolmente».