Linfedema, in Sicilia quasi 50 mila persone ne soffrono: a Palermo nasce un Centro per curare la malattia
Palermo, 27 giugno – “Flebolinfologia: Un mondo da scoprire”, questo il titolo dell’evento che ha avuto luogo a Palermo nelle giornate del 23-24-25 giugno 2022. Il convegno è stato quasi interamente dedicato alla patologia del linfedema e ai suoi trattamenti, oltre che alla flebologia, mettendo a fuoco due importanti novità che interessano i pazienti affetti dal linfedema, sia sotto l’aspetto burocratico che terapeutico.
L’evento, inaugurato il 23 giugno presso la Sala Mattarella dell’Assemblea Regionale Siciliana, è proseguito per i due giorni successivi, 24 e 25 giugno, all’interno del Circolo Unificato, alternando sessioni mattutine e pomeridiane. Il Congresso ha visto inoltre la presenza e partecipazione di alte personalità di rilievo nel settore, sia di calibro nazionale che internazionale.
Presidente Onorario del convegno è stato il Prof. Giuseppe Genovese, presidente Fondatore della SIF Società Italiana di Flebologia. Presidenti dell’evento sono stati il ott. Mario Bellisi, direttore dell’UOSD di Flebolinfologia dell’azienda ospedaliera universitaria Policlinico di Palermo, responsabile SIF Regione Sicilia, e la Prof.ssa Adriana Cordova direttrice del dipartimento assistenziale integrato chirurgico della dell’UOC di chirurgia plastica dell’azienda ospedaliera universitaria Policlinico di Palermo e della Scuola di Specializzazione di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica.
“L’1% dei siciliani è affetto da linfedema, quindi circa 50mila persone in Sicilia hanno, nelle varie forme cliniche, un linfedema. Il 4% di loro sicuramente si trova in una situazione di grande sofferenza poiché la malattia, nelle forme gravi, si complica diventando altamente invalidante – spiega il Dott. Mario Bellisi. Ad oggi, non esistono cure adeguate alla patologia anche perché non ci sono abbastanza centri che si specializzano nel prendere in carico i pazienti”. Ma proprio a Palermo nasce una nuova speranza: la possibilità di curare il linfedema con la Terapia Rigenerativa, fiore all’occhiello della UOSD di Flebolinfologia.
“Da gennaio 2022 l’Unità operativa di Flebolinfologia del Policlinico di Palermo ha ottenuto il riconoscimento di Centro di Riferimento Regionale Malattie Rare per il Linfedema grazie alla mole di utenza rappresentata dai pazienti linfedemici arrivati anche da varie regioni d’Italia. Questo ci inorgoglisce molto”, conclude il Dott. Mario Bellisi.
Un riconoscimento che fa sì che i pazienti possano direttamente rivolgersi all’unico Centro Pubblico Regionale, ad oggi, senza la necessità di dover andare altrove in Italia, consentendo loro di avere un’adeguata certificazione della malattia (riconosciuta dall’Assessorato Regionale alla Salute con il codice RGG 020), accedendo di conseguenza ai presidi in maniera del tutto convenzionata.
Importanti novità anche sul piano terapeutico e su quello della formazione. Una tra tutte, la Medicina Rigenerativa tramite l’utilizzo di cellule mononucleate. Un trattamento unico ed innovativo in tutta Italia, portato avanti dal Policlinico di Palermo grazie all’intuizione del Dottor Bellisi, della équipe da lui diretta. Questo trattamento consiste nell’utilizzo di fattori di crescita (prodotti dalle cellule mononucleate), che si ottengono da un particolare processo di filtrazione di una certa quantità del proprio sangue appena prelevato. Le cellule mononucleate vengono poi inoculate nei tessuti affetti dalla patologia, azione che stimolerà la formazione di nuovi vasi linfatici.
“L’importanza che in questi anni viene riconosciuta alla flebologia è anche grazie al fatto che ci siamo impegnati nel realizzare, presso l’ordine dei medici di Palermo e di Messina, una commissione che valuti il curriculum formativo dei medici che praticano la flebologia – spiega il Dott. Edmondo Palmeri, Chirurgo Vascolare, Perfezionato in Nutrizione e Salute, e Consigliere Nazionale SIF. È necessario che ci sia un una regolamentazione nella formazione del medico flebologo e che questa venga acquisita anche dagli ordini dei medici delle varie province a garanzia del paziente”.
“È necessario che ci siano delle apposite strutture ed una regolamentazione sia a livello formativo che amministrativo. Gli ordini professionali da questo punto di vista possono sicuramente essere una garanzia, affinché i propri iscritti possano trovare presso queste strutture tutti gli elementi di cui hanno bisogno per potersi rendere meglio utili al servizio dei propri pazienti”, conclude il Dott. Biagio Bonfiglio: Responsabile ambulatorio di Flebologia chirurgica dell’azienda ospedaliera universitaria Policlinico G. Martino (Messina).
Da sottolineare anche l’approccio multi-specialistico alla materia del linfedema, che coinvolge tutte le specialità presenti nell’azienda Policlinico Paolo Giaccone di Palermo che, assieme al ruolo di assistenza, ricerca e formazione, permettono all’UOSD di Flebolinfologia di proporsi al ruolo di Centro Hub della nuova Rete Assistenziale Linfologica Siciliana.
Importante ed innovativa anche la scelta di lavorare sulla correzione dello stile di vita e la proposta di un piano nutrizionale corretto e personalizzato che mira a ridurre l’infiammazione generale sistemica, in particolare l’infiammazione dei tessuti.
“Nell’ambulatorio di Fleboloinfologia dell’Azienda Policlinico di Palermo, si è dato il giusto spazio all’aspetto della correzione nutrizionale – spiega il Dott. Edmondo Palmeri. Oggi, più che mai, la correzione dell’infiammazione di basso grado deve essere corretta modificando soprattutto le abitudini alimentari, in tutte le malattie croniche-degenerative e oncologiche. L’obiettivo è dunque quello di proporre un piano alimentare in grado di ridurre lo stato infiammatorio. Il paziente con linfedema, lipedema, ed in genere con problematiche vascolari, è difatti il primo ad esser coinvolto da problematiche di tipo infiammatorio. Con l’opportuna correzione delle errate abitudini alimentari, possiamo quindi ottenere un’ottima risposta sistematica e locale, sulla qualità dei tessuti, una riduzione di peso ed un maggiore benessere del paziente”.