Atti persecutori a danno di vicini di casa. Interviene la Polizia
Nella mattinata odierna personale della Polizia di Stato di Enna ha notificato ad un uomo la misura cautelare del divieto di dimora nel territorio del comune di Enna, disposta dal G.I.P. presso il locale Tribunale, dott. Giuseppe Noto, su richiesta della Procura della Repubblica di Enna. Il destinatario della predetta misura cautelare si sarebbe reso responsabile del grave delitto di atti persecutori, commesso a danno di vicini, residenti nel suo stesso condominio, alcuni dei quali sono stati costretti a trasferirsi altrove poiché esasperati dai continui soprusi.
L’indagine ha avuto origine da alcune denunce presentate dalle persone offese che hanno evidenziato in maniera dettagliata le condotte persecutorie, minacciose e seriali, che sarebbero state poste in essere dall’indagato che non avrebbe esitato a compiere azioni idonee a ingenerare in esse sentimenti di profondo timore, forti traumi psicologici e perfino la necessità di cambiare abitudini di vita. L’indagato avrebbe agito al fine di sottomettere al suo “volere” e “capriccio” le persone offese, alle quali avrebbe provocato un continuo stato di stress e di malessere e reso impossibile di vivere una vita normale e serena.
Le articolate e complesse indagini esperite dalla Squadra Mobile della Questura di Enna e della Sezione di P.G. – Aliquota Polizia di Stato presso la locale Procura, avviate sin dal mese di dicembre del 2021, hanno consentito agli inquirenti di raccogliere significative fonti di prova. Le condotte persecutorie sarebbero consistite in più di 40 singoli fatti reato che vanno dal danneggiamento, al furto, alla molestia e alla minaccia, nonché in continue ingiurie rivolte direttamente ai componenti della famiglia che avrebbero subito le incessanti vessazioni.
Le azioni delittuose, in alcuni casi, sarebbero state volte ad isolare le persone offese, che sarebbero state rese incontattabili e irrintracciabili persino dai servizi delle poste, creando non pochi disagi. A causa di ciò, una delle persone offese, ha dovuto subire un procedimento disciplinare del proprio datore di lavoro per non aver risposto al medico fiscale che doveva eseguire una visita di controllo. L’episodio ha comportato il mancato riconoscimento della malattia e una conseguenziale multa in denaro.
I reiterati danneggiamenti subiti dai denuncianti nell’arco degli anni, avrebbero creato non solo danni di natura economica, quantificati in diverse migliaia di euro, ma anche danni di natura psicologica, ed infatti le persone offese hanno dovuto fare ricorso a mirate cure per alleviare le patologie ansiogene che sarebbero state causate a loro con mirata lucidità seriale dall’indagato.