Piazza Armerina. Operatori sanitari e delle Forze dell’Ordine contro la Violenza sulle donne
iù di cento partecipanti all’evento formativo “Questo non è amore. Aiutiamo le donne a difendersi. ”, tenutosi presso il Convento San Pietro di Piazza Armerina giovedì 25 novembre, in coincidenza con la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” istituita dall’ONU nel 1999.
Organizzato dall’ASP di Enna e dalla Polizia di Stato, gli operatori sanitari e della Polizia hanno hanno preso parte al corso di aggiornamento approfondendo gli aspetti sanitari, legali e relazionali contenuti nell’ampio e articolato programma dei lavori. Professionisti della Sanità, delle Forze dell’Ordine e rappresentanti del mondo politico-istituzionale si sono alternati nell’affrontare i temi legati alla violenza di genere, al ruolo di ciascun attore e alle possibili azioni da incrementare e sviluppare in considerazione della forte complessità sociale della tematica.
Dopo i saluti del Sindaco di Piazza Armerina, dei rappresentanti delle Istituzioni, Questore, Sostituto Procuratore della Repubblica di Enna, Prefettura e delle Onorevoli della provincia di Enna,Luisa Lantieri ed Elena Pagana, il Direttore Generale dell’ASP, Francesco Iudica, ha sottolineato come sia fondamentale in ogni ambito: “… tornare a sottolineare i valori forti e a impegnarsi ad avere cura di chi si prende cura…”, evidenziando come i posti dirigenziali e di responsabilità dell’Azienda Sanitaria ennese siano assegnati a donne in una percentuale prossima al 50%. Tra i relatori intervenuti, la dott.ssa Maria Antonietta Curtolillo, Dirigente Divisione Anticrimine e vice questore aggiunto, ha reso noto che in Sicilia, nell’ultimo anno, si è avuto il più alto numero di denunce di violenza contro le donne, a fronte di un fenomeno sommerso sicuramente molto più vasto; ha posto in evidenza l’excursus storico normativo che ha condotto alla promulgazione nel 2019 della legge sul Codice Rosso partendo dallo “ius corrigendi”, dal matrimonio riparatore che estingueva il reato di stupro con il matrimonio, valido fino al 1981, e dalla considerazione della violenza come reato contro la morale e non contro la persona in vigore in Italia fino al 1996. La sinergia tra operatori della sanità e delle Forze dell’Ordine, rimarcata dalla legge del Codice Rosso, è stata più volte sottolineata dai relatori, come dal dott. Vincenzo Perta, vicequestore aggiunto e dirigente Squadra Mobile, che ha illustrato i nuovi reati previsti dalla legge n.69 del 2019 che prevede, tra l’altro, “l’informativa immediata del reato al Pubblico Ministero”. Ogni relatore ha illustrato, per quanto di competenza, aspetti fondamentali e rilevanti della tematica, con la moderazione dei lavori da parte dalle dottoresse Loredana Disimone, che dirige il Dipartimento Materno Infantile, Gabriella Emma, responsabile dell’Unità Operativa Formazione, e dal dr. Renato Valenti, Direttore Dipartimento Emergenza Urgenza dell’ASP di Enna.
Sono intervenuti, tra gli altri, il Sindaco di Enna, avv. Maurizio Di Pietro,che ha illustrato gli sviluppi del Progetto promosso da ASP, Comune di Enna e Fondazione Terzo Pilastro relativo alla Casa di Accoglienza per donne vittime di maltrattamenti e i loro figli; la professoressa Ignazia Bartolini, docente Università di Palermo, la dott.ssa Francesca Paratore, referente Assessorato della Salute per il Codice Rosa; la dott.ssa Viviana Arangio,,Vice Presidente del Centro Antiviolenza “DonneInsieme Sandra Crescimanno; la dr.ssa Greta Alessandra, Ostetrica del Presidio Ospedaliero Basilotta di Nicosia; la dr.ssa Oriana Ristagno, presidente Ordine Provinciale delle Ostetriche; la dr.ssa Stella Ciarcià, Responsabile Screening HPV, l’avv. Giuliana Conte, Ordine degli Avvocati di Enna e del Centro Antiviolenza Co.Tu.Le.VI.
L’intervento della dr.ssa Rosalinda Vitali, referente Rete Aziendale Codice Rosa e del Nucleo Antiviolenza, ha chiuso i lavori. “Obiettivo fondamentale è unificare le procedure del Codice Rosa in tutti i presidi ospedalieri per cogliere in modo tempestivo i campanelli di allarme e accompagnare le vittime di violenza nei percorsi più adeguati. La finalità è il reinserimento della donna all’interno di un contesto economico sociale che possa supportarla nella ripresa della coscienza della propria persona al di fuori della violenza subita”.