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Poca attenzione da parte della politica nei confronti delle fragilità sociali.

Poca attenzione da parte della politica nei confronti delle fragilità sociali.

Abbiamo appena veduto il film “The father-nulla è come sembra”, con la regia di Florian Zeller e la magistrale interpretazione di Anthony Opkins. Ovviamente non facciamo alcuna recensione perché non siamo interessati. Il film parla di un genitore, affetto dal morbo di Alzheimer e della difficile scelta da parte della premurosa figlia che, dovendo trasferirsi da Londra a Parigi, si trova costretta, suo malgrado, ad accompagnare l’anziano uomo in una casa di cura specializzata, dove gli viene dedicata assistenza  h24, affidandolo ad un’operatrice. Ovviamente, nel film, la casa di accoglienza funziona bene e non abbiamo dubbio che in Inghilterra sia davvero così. Ma noi siamo italiani e viviamo nel profondo Sud e preferiamo non fare la comparazione perché sarebbe inutile. La deriflessione e la conseguente domanda che ci poniamo è se in Italia e in Sicilia, esistano reali politiche di solidarietà  o più tecnicamente un Welfare.

Ovviamente nel caso delle demenze in generale, quindi dell’Alzheimer,  siamo a livelli di terzo mondo, se si eccettua qualche sporadica struttura privata e qualcheduna pubblica. Per non parlare di quella che chiamano “Assistenza domiciliare integrata”. Come sarebbe bello, almeno per le prime fasi delle malattie degenerative, se i familiari potessero gestire a casa, certamente con l’aiuto di medici, infermieri ed operatori sociosanitari, questi malati, non privandosi e non privandoli di qualche tenero abbraccio. Purtroppo, i nostri politici, siano essi di destra siano essi di sinistra , dimostrano, forse per incompetenza forse per superficialità  disinteresse verso  la problematica. Insomma, in Sicilia, la residenzialità, così come l’assistenza domiciliare per questi malati è all’anno zero. Un altro caso che va stigmatizzato e quello del decreto assessoriale del 15 aprile 2003 articolo 7 dove gli ospiti di tali strutture, vengono aggrediti, nelle spese di compartecipazione, da alcuni comuni, che interpretano il decreto, alla lettera , anche nella indennità di accompagnamento .

Facciamo un esempio: un disabile che prende mille e rotti euro di pensione, alloggiato in una comunità, se ne vede detratti circa quattrocento a titolo di spese di compartecipazione.  Gliene restano circa 700 con cui deve provvedere alle spese farmaceutiche non mutuabili per cifre che variano a seconda dei farmaci che assume. In molti farmaci mutuabili,  infatti, anche chi è esente paga il ticket. E quest’ultima cosa non l’abbiamo capita. Qualche politico, magari, potrebbe spiegarcela . In mancanza ci riesce molto difficile capire (ed accettare) a cosa servano i codici di esenzione. Alla fine, al disabile anzidetto,  restano circa quattrocento euro netti, con i quali deve provvedere all’abbigliamento alle visite specialistiche in Intramoenia, per evitare lunghe liste di attesa. agli imprevisti, non potendo mettere un solo euro da parte, per le evenienze e per andare a mangiare una pizza una volta la settimana. E questo è un caso reale.

E quanti  anziani abbiamo visto piangere nelle sale di attesa dei medici di base, perché non ce la fanno ad affrontare le spese sanitarie (qualcuno vorrebbe eliminare il Reddito di cittadinanza)agli imprevisti, non potendo mettere un solo euro da parte, per le evenienze e per andare a mangiare una pizza una volta la settimana. E questo è un caso reale. Ci siamo rivolti ad alcuni politici per fare rivedere il decreto anzidetto ma abbiamo ricevuto soltanto promesse. Ha fatto bene PIF, a suo tempo a fare casino per il contributo ( che brutta parola) per i disabili gravissimi . Ovviamente si giustificano dicendo che non ci sarebbero fondi ma poi, magicamente spuntano nuovi primari con stipendi da favola.

Per concludere, in buona sostanza, in Sicilia, i disabili sono ignorati da molti. Auspichiamo che l’opinione pubblica si indigni ed i politici che ci governano, nei confronti dei quali non abbiamo alcun pregiudizio, imprimano un’inversione di tendenza. E ci piace chiudere questo pezzo ricordando con una frase ormai usata da tutti,  che :” Il grado di civiltà di ogni popolo si misura dall’attenzione che pone nei confronti delle fragilità sociali”. Possiamo fregiarci di vivere ed essere, ciascuno di noi, soggetti attivi della società civile? E già, per qualcuno, i disabili sono esseri inferiori ; sarebbe meglio metterli nelle camere a gas, come faceva Hitler, così i politici risolverebbero il problema. A noi tutti la riflessione. 

Mario Antonio Pagaria 

 

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