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Copertura della Villa romana, intervento di Fioriglio, presidente dell’associazione “Progetto per Piazza Armerina”

Copertura della Villa romana, intervento di Fioriglio, presidente dell’associazione “Progetto per Piazza Armerina”

Riceviamo e pubblichiamo

Di Basilio Fioriglio

Qualcuno potrebbe pensare che ho la vocazione al suicidio mediatico entrando nel “dibattito” sul mancato finanziamento dei quattro ambienti rimasti con la vecchia copertura, con lastre di perspex ( progetto Arch. Minissi ) e senza il restauro dei pavimenti musivi, esclusi nel primo intervento per mancanza di fondi. Mi riferisco al finanziamento Europeo POR di € 18.277.250,00, (Agenda 2000/2006, Gennaio 2003), il Triclinium, i due ambienti delle terme e la palestra, mentre tutta la Villa è stata completata con la nuova copertura e il restauro dei pavimenti mosaicali ( Centro Regionale di restauro di Palermo, progettista e Direttore dei lavori, nonché del Parco, Arch. Guido Meli ).

Con piacere nell’ultimo periodo dalle notizie stampa apprendiamo che si sta vivendo un nuovo periodo favorevole, ( nonostante il coronavirus ) con l’attenzione da parte delle Istituzioni finanziando la ricerca di nuovi scavi archeologici, continuando con il ritrovamento di altri ambienti in siti già esistenti ed in altri ex novo. Mentre per la Villa Romana del Casale, con le pastoie legislative, ancora non si riescono ad effettuare gli interventi di completamento per preservare alle generazioni future quanto già da 300 anni è stato portato alla luce e da 17 secoli costruito. Sconosciamo se nella programmazione è stato previsto di continuare gli scavi nella zona sud della Villa. Abbiamo visto gli ottimi risultati a cura dell’Università la Sapienza di Roma, sotto la direzione del Prof. Pensabene , del Parco Archeologico della Villa e della Sovrintendenza dei Beni Culturali di Enna. Grazie a quest’ultimi scavi, che hanno modificato in maniera significativa la conoscenza, agli studiosi è stato possibile datare il periodo della costruzione della Villa al IV secolo d. c.

Ci è difficile pensare che sia stato un danno per la Sicilia in riferimento ( al lontano 1975 ) del riconoscimento da parte dello Stato della esclusiva competenza in materia di beni culturali del patrimonio Siciliano di cui gode in virtù del proprio statuto speciale, anche se la profezia viene dal Prof. Settis: “…. vulnus arrecato al patrimonio Culturale Siciliano “. Come è difficile capire il ddl 698/2000, se approvato possa anche modificare la L.R. 20/2000, diventata realtà dopo diciannove anni grazie alla volontà del grande archeologo Sebastiano Tusa, ancor prima di conoscerne i risultati.

Il paradosso che l’intervento sul Triclinio, forse per una fatalità, con i bellissimi pavimenti mosaicati con le scene “delle fatiche di ercole”, (soffrano dell’umidità specie nei punti di insufficiente drenaggio) primo ambiente portato alla luce nel lontano 1881 dall’Ing. Luigi Pappalardo. Da sempre il più attenzionato, (come vedremo di seguito) è rimasto l’unico a non essere restaurato nonostante erano stati già previsti gli interventi abbastanza complessi, nel 2007/2012.

– 1929 Archeologo Paolo Orsi, uno dei più importanti Archeologi del Novecento, inizia una
nuova campagna di scavo;
– 1935 Prof. Biagio Pace, completa gli scavi;
– 1940 Archeologo Luigi Bernabò Brea, realizzava i primi lavori di restauro sul grande
complesso mosaicale pavimentale della sala;
– 1948 Ing. Salvatore Campolino completa la protezione;
– 1950 Arch. Vinicio Gentile, nel portare alla luce nella sua interezza la Villa, nonostante gli
interventi precedenti, dispone altri lavori;
– 1957 Arch. Franco Minissi, progetta la copertura ancora oggi esistente .
Non si può negare cha la burocrazia nell’ultimo periodo abbia fatto la sua parte, purtroppo senza esito. Lo stesso Arch. Guido Meli, ascoltato in audizione in C.C. nel lontano 2011, sul mancato completamento del Triclinium, per mancanza di fondi, riferiva: ” lo scorso anno, sono state predisposte due schede per richiedere i nuovi finanziamenti Europei: una scheda riguarda il Triclinium, e l’altra riguarda la sistemazione della strada di collegamento tra l’ingresso e la Villa ”. Il progetto per la copertura era di circa 6 milioni di € doveva essere iscritto nella programmazione del Masterplan, ( documento di indirizzo strategico sulla previsione che individua gli interventi ed i soggetti interessati e le possibili fonti di finanziamento), mentre nel 2017, l’ulteriore doccia fredda: “veniva escluso”.

Successivamente gli Uffici del Parco Archeologico della Villa Romana del Casale e Morgantina, mettevano in atto una nuova strategia inserendo il progetto nel PO – FESR Sicilia 2014 – 2020, quest’ultima proposizione si presentava vincente, infatti il progetto ottiene il primo posto nella graduatoria delle opere ammesse a finanziamento con € 9.745.541,93 per la Villa Romana del Casale, Azione 6.7.1. L’ex Direttrice del parco dr.ssa Giovanna Susan, con la dovuta “importanza del caso” per tranquillizzare la Comunità Piazzese, ne dava notizia sul quotidiano “La Sicilia del 20.01.2018”: “dopo anni di bocconi amari arriva finalmente la notizia dell’assegnazione di 10 milioni di euro”. Anche in questo caso la Città è stata illusa, si è trattato del solito “miraggio”, il finanziamento è stato revocato con decreto n. 2389 del 28/05/2019. Non crediamo che il Dirigente Generale sic et simpliciter, senza nessuna motivazione abbia revocato il finanziamento.

Il Direttore del parco Arch. Liborio Calascibetta, sulla questione relativa alla perdita dei quasi dieci milioni di €. in data 09.01.2020, sul quotidiano “La Sicilia ” spiega: “ il progetto è stato rimodulato perché non c’era la capienza nel budget assegnato…..”e ci informa che sono stati effettuati due interventi: uno sui mosaici e il secondo con la creazione di una controsoffittatura con dei teli per attutire l’effetto dai raggi solari sul pavimento mosaicato”, (forse con interventi tamponi, con i fondi della tanta invocata autonomia finanziaria voluta dalla L. 20/2000).

Tanto per continuare la telenovela a tenerci sulla griglia, si torna indietro. Dalle suddette notizie stampa dal Direttore del Parco ed altre apprendiamo la nuova proposta di finanziamento, essendo stato emanato un nuovo decreto dal Dirigente Generale il 04.03.2020 n.644, dichiarando ammissibile a finanziamento la progettualità divisa in due tranches di € 6.430.928,54 e di € 3.387.949.76, rispettivamente per gli interventi strutturali, la nuova copertura e per gli interventi sui mosaici.

Auspichiamo che i fatti negativi ci facciano uscire fuori dall’indifferenza, forse ormai per un certo fatalismo non riusciamo più a reagire ad una situazione di stallo. Mi piace ricordare che i primi e più importanti finanziamenti POR € 18.27.250.00 e PIT 11 € 6.2345.450.00 ( anno 2003 ), sono stati ottenuti per la forte spinta della presenza più importante quella dei Cittadini, da tante associazioni e da tutte le istituzioni scolastiche, facendo sentire la loro voce con pacifiche manifestazioni perché preoccupati dal degrado della Villa e di perdere il loro più prezioso bene, rappresentava e rappresenta la speranza per un sicuro benessere. Con il clamore suscitato da quegli avvenimenti, l’Assessore Regionale AA.BB.CC. del tempo Fabio Granata istituì una unità di crisi nominando responsabile il famoso Gen. CC. Roberto Conforti, già capo del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale. Inizia una bellissima primavera, sempre per l’interesse suscitato dalla presenza dei Cittadini lo stesso Assessore, trova gli importanti finanziamenti sopra descritti. Mi fermo in questa sede, perché il dopo diventa più difficile di quanto sopra.
Che il nuovo ed ultimo decreto del Dirigente Generale, non resti sulla carta, e che poi si perderà nei vicoli del lungo iter procedimentale della burocrazia. Non dimentichiamo che analoghi altri finanziamenti, come quello del 2004, ( destinati con il ricavato della percentuale del gioco dell’otto ) per il restauro definitivo del palazzo Trigona, addirittura era stato approvato il progetto esecutivo, ma come per incanto veniva stornato per favorire la crescita di altra Città. Allora occorre dare una svolta cambiando metodologia, accompagnando il carteggio a mano quotidianamente in quei vicoli sopra richiamati, senza perderlo di vista un solo giorno, chi più di tutti deve tutelare il patrimonio del territorio sono le Istituzioni che, avendone ricevuto il mandato popolare, debbono sentire l’imperativo personale e politico a difendere l’interesse, mentre a noi Cittadini spetta l’obbligo morale di sostenerli nelle sedi opportune.
Tanto quale dovere civico e morale

Piazza Armerina, 02.03.2021
Basilio Fioriglio

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