Chiusa un’attività di ristorazione e centinaia di controlli da parte dei Carabinieri
Ancora controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale di Enna, non soltanto in materia di rispetto delle regole anti-covid. Nel corso della settimana scorsa, i militari della Compagnia di Piazza Armerina hanno identificato oltre seicento persone e controllato oltre trecento veicoli e cento esercizi pubblici al fine di monitorare gli spostamenti delle persone e l’accesso agli esercizi pubblici. A Barrafranca nell’ambito dell’attività di prevenzione, controllo del territorio e monitoraggio dei pubblici esercizi, in forza di sistematici servizi finalizzati anche al contrasto dello spaccio di stupefacenti, militari della Stazione, ai sensi dell’art. 100 del TULPS, hanno notificato il decreto di sospensione di dieci giorni dell’attività di somministrazione alimenti e bevande a un bar del centro barrese. Lo stesso bar nelle settimane scorse era stato già sanzionato dai militari della Stazione di Barrafranca in base alle disposizioni in materia di Covid-19 poiché, dopo le ore 18.00, erano stati trovati clienti intenti a consumare seduti ai tavoli.
Il provvedimento di sospensione emesso dal Questore di Enna ha recepito la proposta avanzata a seguito dei numerosi controlli effettuti dai militari della locale Stazione, che hanno riscontrato che l’esercizio sarebbe stato abituale ritrovo di pregiudicati e persone pericolose, alcuni dei quali con precedenti specifici per la illecita detenzione e commercializzazione di sostanze stupefacenti o segnalati quali assuntori. La proposta, corroborata da una dettagliata e ben documentata attività di controllo, ha determinato l’emissione del suddetto provvedimento. La norma presenta infatti la peculiarità che il potere di sospensione viene attribuito, diversamente da quanto normalmente accade, ad un’autorità diversa da quella che aveva rilasciato il provvedimento autorizzatorio. Questo procedimento permette dunque un’efficace azione di controllo del territorio da parte del Comando Provinciale dei Carabinieri e della Questura ennese.