Bonus cultura: telefonini al posto di libri. Multe e denunce grazie all’indagine svolta dalla GdF di Piazza Armerina
La recente indagine della Guardia di Finanza sull’utilizzo del bonus cultura di 500 euro con il quale venivano acquistati telefonini, tablet e personal computer, diversamente da quanto previsto dalla legge che prevedeva un utilizzo per libri, musica, biglietti per concerti, mostre e cinema, ha portato ala luce un raggiro, nei confronti dello Stato, che durava da anni. I neo-diciottenni che hanno usato impropriamente il bonus, secondo le Fiamme Gialle di Piazza Armerina, sono in provincia di Enna 205.
Al centro della truffa, dell’ammontare di circa centomila euro, ci sarebbe una società di Barrafranca, attiva nel settore del commercio al dettaglio di apparecchi elettronici a cui in questo caso, i ragazzi – beneficiari del bonus cultura – si sarebbero rivolti per spendere irregolarmente il loro voucher in apparecchi elettronici tecnologici, non consentiti in base alla normativa vigente (L. 208/2015 e L. 232/2016). In realtà,secondo la GdF, di Piazza Armerina la società avrebbe documentato il falso acquisto di E-book (libri elettronici).
L’attività di polizia economica trae origine da un monitoraggio svolto a livello nazionale dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e coordinata, a livello locale, dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Enna.
Ai 205 utilizzatori del bonus, che hanno acquistato prodotti difformi da quelli ammessi al beneficio, sono state contestate sanzioni amministrative per oltre 230.000,00 euro, mentre il legale rappresentante della società di apparecchi elettronici coinvolta è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Enna per il reato d’indebita percezione di contributi erogati a soggetti privati ai danni dello Stato, condotta che prevede la pena della reclusione sino a tre anni.