Considerazioni sul referendum confermativo 2
Si avvicina il giorno delle votazioni del referendum proposto per la riduzione del numero dei parlamentari e le discussioni ,che vengono diffuse dai mass media, sempre più accese e mal gestite, non serviranno a migliorare la conoscenza del problema alla maggior parte dei cittadini elettori. Io in altra nota da me pubblicata ho detto che voterò NO e lo confermo . Inizialmente la riduzione del numero dei parlamentari da parte del Movimento 5 Stelle, era stata collegata alla riduzione del costo della politica. Dal momento che, come è stato accertato, questa riduzione non rappresenta nemmeno la classica goccia che fa traboccare il vaso, si parla che servirà a migliorare la classe politica, a ridurre in numero dei corrotti e degli inutili ed altre più ridicole considerazioni.
Il problema era stato posto dal Movimento Cinque Stelle nel suo programma elettorale e, come prima forza nel Parlamento, non poteva non farlo inserire nel programma di governo. Comportamento formalmente corretto e ben rappresentato ad una platea che della nostra politica ne ha piene le tasche. Ma un approfondimento del problema avrebbe dovuto valutare che l’abolizione del Senato, istituzione voluta dai nostri Padri Costituenti in un particolare momento da lungo tempo superato, avrebbe diminuito il numero dei parlamentari e quella pantagruelica struttura che, oltre ad allungare l’iter già tortuoso per l’approvazione delle leggi, viene ritenuta dai più inutile e costosa. Sul miglioramento della qualità dei nuovi eletti sono personalmente poco convinto. L’elettorato è quello che nell’arco di 80 anni è riuscito, in occasione di ogni tornata elettorale, a peggiorare la qualità degli eletti. Siamo partiti da De Gasperi, Togliatti, Nenni, Parri, Malagodi, Saragat, Almirante, La Malfa, Moro, Fanfani, per arrivare a quelli di oggi, di cui preferisco non fare nomi dal momento che si tratterebbe, tra l’altro, di un elenco piuttosto lungo ed incompleto.
Sulla qualità dei nostri rappresentanti, e su tutti i bonus a loro riconosciuti, il noto giornalista Roberto Poletti, eletto deputato nella lista Verdi nel 2006, all’indomani della sua elezione iniziò a pubblicare su Libero, in collaborazione con Andrea Scaglia, una serie di articoli con il titolo “ I PAPPONI DI STATO”.
Con lo stesso titolo venne da me rilanciato nei giornali on line un mio articolo, riportato alle pagine 45/46 del mio IV volume di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana, con questa notazione: “Conservo l’intera produzione che oggi è di grande attualità, dal momento che da parte del Movimento 5 Stelle si vuole mettere un po’ d’ordine nella gestione delle esose spese da parte dello Stato, nonchè degli enormi benefici riservati ai parlamentari. Non so se l’amico in facebook Roberto mi consentirebbe la pubblicazione dell’intera “opera” ma in questa sede preferisco soltanto annotare i titoli degli argomenti trattati.”.
Per brevità sono oltre trenta articoli che sottolineano tutti gli aspetti della vita dei parlamentari, aspetti che ci lasciano molto perplessi. E’ facile ridurne il numero ma è impossibile, per il nostro DNA, migliorarne la qualità.
Angiolo Alerci