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Angiolo Alerci: il mio no al referendum

Angiolo Alerci: il mio no al referendum

In occasione delle ultime elezioni europee dichiarai che per la prima volta non sarei andato a votare. A coloro i quali mi chiedevano il motivo di questa mia scelta resa pubblica, risposi con una mia nota pubblicata su diversi giornali on line , inserita alle pagine 37 e 38 del mio quinto volume di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana, con la quale sottolineavo che i Padri  fondatori dell’Unione Europea: De Gasperi, Monnet, Bech, Schuman,Adenauer e Spaak avevano creato le basi per un’ Unione politica europea.

A distanza di oltre sessant’anni di  quest’Unione, che non solo non è stata creata,  non se ne parla più. La pseudo Unione, invece, continua a logorarsi nonostante la grande massa di miliardi di euro , gestiti da una burocrazia pericolosa, che periodicamente dissemina nel suo cammino. Senza volere scendere in tutti i  particolari, solo due considerazioni:
è semplicemente ridicolo non avere imposto a  tutte le nazioni un comportamente omogeneo nella gestione del flusso migratorio;
– è altrettando ridicolo che, di fronte ad importanti problemi di politica estera,  ogni stato dell’ Unione si comporti in assoluta indipendenza, assumendo posizioni che tengono conto esclusivamente della tutela e salvaguardia di singoli interessi.

Oggi ho deciso di dichiarare il mio NO al prossimo referendum e di precisarne i motivi. La riduzione del numero dei parlamentari sia alla Camera che al Senato, giustificata dalla necessità di ridurne il loro  costo, sarà la classica goccia in  un grande deserto. Non sarà questo modesto risparmio a salvare il nostro bilancio. Il danno sarà notevole, specie per le tanto piccole province, che non riusciranno ad eleggere un proprio rapprsentante, Un altro grande colpo che allontanerà ancor di più l’elettorato  nel rapporto con le Istituzioni.

La vera riforma che, non solo avrebbe determinato una grande diminuzione del costo,ma snellito anche l’iter dell’approvazione delle leggi, avrebbe dovuto essere  l’abolizione del Senato. Abolizione da me sostenuta con moltissime note pubblicate su giornali on line e inserite nei miei libri di Crocaca e riflessioni sulla politica italiana, di cui  trascrivo alcune considerazioni.

Il 15 maggio 2012 (Governo Monti): Contenimento della spesa pubblica

” Si parla di riforme istituzionali e di attribuzione al Senato della Repubblica di nuove funzioni rispetto a quelle previste di seconda lettura dei provvedienti approvati dalla Camera dei Deputati, la qualcosa ha comportato solo gravissime perdite di tempo nell’iter dell’approvazione delle leggi. Senato costosissimo e ccmpletamente inutile,  anzi dannoso, nella struttura di uno Stato moderno”. ( Pagg 21 e 22 del 1° volume)

 

/Il 20 gennaio 2014 (Governo Renzi)- Incontro Berlusconi-Renzi:

che l’abolizione del Senato

“Sembra, inoltre, che non  sia stato trattato il problema della riduzione dei Deputati, mentre si è accennato alla modifica dell’attuale  bicameralismo, non con la soppressione del Senato, ma attribuendo alla seconda Camera  la funzione di ” Senato delle regioni” a costo zero. Basterebbe trasferire nella sontuosa sede del Senato le rappresentanze delle assemblee regionali, già molto bene organizzate, e non creare altre sovrastrutture inutili, dannose e costose.”.( pagg.130-131 del 1° volume).

 

Il 17 febbraio 2014 (Governo Renzi) – Abolizione del Senato

……..per il Senato il problema è ben diverso. La dichiarata disponibilità di Berlusconi e Renzi puzza di malafede, perchè loro ben sanno che l’abolizione del Senato dovrà essere votata per ben due volte dal Senato stesso.Conoscendo il senso di serietà e di responsabilità dei nostri senatori, solo loro due potranno far finta di credere che questo provvedimento sarà approvato (pag. 149 del 1° volume).

 

Il 2 giugno 14 (Governo Renzi) La riforma del Senato:

La  proposta di Renzi

” centinaia ,o forse un migliaio di emendamenti sono stati presentati da tutti i gruppi parlamentari, compresi quelli della maggioranza. Il solo scopo è quello di affossare la predisposta riforma per mantenere lo status esistente.” (pag.182 del 1° volume).

Potrei continuare  ad evidenziare nel modo usato fin qui il mio rapporto con l’abolizione del Senato, sempre definito un inutile costosissimo doppione, ma ritengo più utile ricordare solo il titolo di altre mie note:

Il 27 giurno 2014 ” Ancora sulla riforma del Senato” (pag.200 1° v olume). Il  22 aprile 2015 ” Le riforma all’italiana” ( pagg 271/274 del !° volume).

Il 17 ottobre 2015 ” La riforma del  Senato”( pagg. 9/10 del 2° volume),

il 3 maggio 2016 “Iniziata la campagna elettorale” (pagg.52/54 del 2° volume),

Il 23 ottobre 2016 “Riforma del Senato e referendum”( pagg.103/106 del 2° volume).

Ho continuato ad esprimere sempre il mio pensiero sull’abolizione del costosissimo ed inutile bicameralismo pur sapendo, per la grande esperienza maturata, che è perfettamente inutile parlare con chi fa finta di essere sordo.

Per i motivi esposti voterò NO in occasione del prossimo referendum.

Angiolo Alerci

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