L’operazione della Guardia di Finanza a Piazza Armerina: un anno di indagini ma sarà il processo a stabilire i colpevoli.
Dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza che ha portato ai 68 avvisi di garanzia per altrettanti impiegati comunali si vociferava già da almeno un anno. Diversamente da quanto sostenuto da qualcuno le Fiamme Gialle non si sono attivate per una denuncia di qualche mese fa presentata contro due impiegati comunali. Non ci sarebbe stato il tempo materiale, per i pur bravi ispettori della GDF, di ricostruire un quadro probatorio che stando a quanto comunicato appare molto ampio e complicato anche per la tipologia di reati accertati.
Un altro aspetto va chiarito. Prima che inizi il solito linciaggio morale nei confronti degli impiegati è bene precisare che si tratta di accuse che vanno provate e che devono necessariamente essere valutate da più giudici. L’indagato è sempre, fino al termine dei vari gradi di processo, solo un indagato. Se poi, a prescindere dei fatti di Piazza Armerina, si vuole esprimere un giudizio morale contro chi approfittando di una certa libertà di azione danneggia la collettività nella quale vive, credo rientri nel diritto di chiunque condannare comportamenti di questo tipo. Ma non confondiamo mai l’indagato con il colpevole.
Ci sono responsabilità politiche per quanto accaduto da parte di questa amministrazione o di amministrazioni passate? Chiaramente no, i politici non possono rispondere della condotta morale degli impiegati. La struttura apicale del comune affida, come è giusto che sia, allo stesso settore amministrativo i controlli. In poche parole, sono i dirigenti dei vari settori che devono sorvegliare i “terminali ” della macchina amministrativa non certo i politici.
Nicola Lo Iacono